4 frecce per gorgia
Creato il 22 febbraio 2013 da Giuseppeg
1) Niente esisteSuddividiamola bene. Possiamo rivolgerci all’essere o al non essere. Prima di Gorgia si pensava - Parmenide docet - che solo l’essere esistesse, e che il non essere, proprio perché non-era, non esistesse. Ora Gorgia afferma anche di più. Se il non essere non esiste, bene, allora non esiste neanche l’essere. E come mai? Ma è semplice. Classifichiamo l’essere per: a) Principio; b) Unità e molteplicità. Nel primo caso, se l’essere fosse eterno non avrebbe un principio, e non avendo un principio sarebbe illimitato e quindi non sarebbe contenuto in alcun luogo: ergo, non esisterebbe. E se fosse invece generato? È presto detto: in questo caso deriverebbe dal nulla prima di lui - e quindi dal non essere - oppure dall’essere - da qualcosa che era già prima di lui. Il primo caso si esclude da solo - dal nulla si sa, non nasce nulla -; nel secondo caso, invece, andiamo incontro a una contraddizione: come può nascere qualcosa di eterno? E quindi via, escludiamo anche questa!Secondo caso. Se l’essere esistesse, dovrebbe allora essere o uno o molteplice. Se fosse uno, dovrebbe avere anche determinate qualità, come estensione, grandezza ecc., ma con questi caratteri sarebbe uno e molteplice: infatti l’estensione è frazionabile, la lunghezza divisibile ecc. ecc. Non si può, contraddizione. Se non è uno, non sarà neanche molteplice, perché la molteplicità presuppone anche sempre un’unita di base dove si raccoglie il tutto. 2) Se anche qualcosa esistesse, non sarebbe conoscibileAh, è così? Certamente, vi risponderebbe Gorgia. Pensate un po’ ad un asino volante, e rispondete: quest’asino esiste solo perché voi l’avete pensato? Certo che no! E allora? Allora, decade quel vecchio principio che associava l’essere e il pensiero, facendone una cosa sola. Ciò che penso non per forza esiste, e ciò che esiste posso anche non riuscire a pensarlo! 3) Se pure qualcosa fosse conoscibile, non potrebbe essere comunicato agli altriAccidenti! E come mai? Ma è ovvio: la parola, in quanto tale, non coinvolge la realtà, anzi non ci ha niente a che fare. La parola è soltanto una convenzione, un segno; ricordiamo Magritte? “Questa non è una pipa”, scriveva sotto un dipinto che raffigurava una pipa! Siamo abituati a pensare ai sofisti come a dei delinquenti prezzolati, truffatori e impostori che aggiravano le persone facendogli credere tutto ciò che volevano. Ebbene, non era proprio così! Se accantoniamo per un attimo il giudizio di Socrate e soprattutto di Platone, un giudizio certamente interessato se pensiamo che proviene da avversari veri e propri, possiamo renderci conto di una cosa importante, ovvero della modernità di un pensatore come Gorgia. Dedicare le risorse del pensiero a qualcos’altro che non sia una verità assoluta, verità che abbiamo visto o non esiste o in ogni caso non è attingibile dal nostro intelletto, ci permette di impegnare in questa vita le energie per trasformarla, migliorarla ed arricchirla. È proprio da qui che nasce l’idea del progresso, di un progresso attivo, dinamico e in divenire, che non ha alcun punto di riferimento fisso ma che ritrova in se stesso la volontà di correggersi, ostacolarsi, superarsi. E la retorica? Niente paura, non si tratta solo di ingannare la gente! La retorica è la padronanza del linguaggio che si sa, non potrà essere obiettivo, ma permette in ogni caso di affermarsi, esprimersi e perché no, anche di difendersi! In questo periodo di elezioni, sottoposti come siamo ad ogni genere di retorica, in cui viene invocato tutto l’essere e il non essere, non c’è niente di meglio che opporre questa particolare resistenza, ovvero: “io lo so che tu sai di mentire, mentre cerchi di convincermi che la realtà corrisponda esattamente alle parole che dici; peccato, però, che non mi inganni: posso infrangere il tuo schermo quando voglio, posso ridurre in tanti fili la tua tela. E come faccio, dici? La retorica me lo permette”. Conoscere il linguaggio per difendersi dal linguaggio.
Mi permetto allora di aggiungere un altro punto, il quarto. E se è farina del mio sacco non importa, a Gorgia di certo sarebbe piaciuto.
4) Se pure qualcosa potesse essere comunicato agli altri, non lo si comprenderebbe, o lo si fraintenderebbe ad arte
Da che mondo è mondo, infatti…
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