Il governo, quando si tratta di ricchi, vede e provvede: così butterà via dieci milioni di euro per acquistare 400 auto blu, nonostante le promesse di riduzione del gigantesco parco macchine, nonostante la sobrietà simulata nei primi giorni e nonostante il fatto che poco meno di un migliaio di esse giacciano inutilizzate. Certo sui pensionati, sui lavoratori, sui precari, persino sui malati si risparmia fino all”osso, ma quando si tratta di illustri sederi allora bisogna fare qualcosa per ospitarli in berline simil lussuose o per evitare che appaiano come i cialtroni che sono. Si sa che l’auto blu è trainante nell’immaginario e chissà che qualche nuova Thema la si possa vedere dal vero e non in fotografia. Oddio non è che sia un bello spettacolo, è l’auto ideale del vaccaro dell’Idaho quando va alla predica o a raccogliere ragazze di strada: grandona, suppostosa, americanoide, l’ideale per uno studio sui complessi di compensazione. Ma costa molto meno che produrre un modello decente. Costa meno che avere un un’idea, costa infinitamente meno che essere un vero costruttore di automobili e non un semplice rabdomante di occasioni finanziarie. Certo c’è il rischio di non vendere, ma c’è sempre il Mario pronto a dare una mano con i nostri soldi.
E nemmeno ha bisogno di chiedere il permesso a Frau Merkel: Bmw, Audi e Mercedes non andranno certo in rovina per la Thema di Marchionne. Rischia solo la Lancia. E rischia la residua credibilità di un governo che da sobrio che era si presta a questa inutile e delittuosa emorragia di soldi pubblici così assurda e iniqua da battere persino l’odore di stantio dei vecchi partiti. Altro che auto blu, queste sono proprio marron.