Un’infanzia divelta per fare spazio a una responsabilità forse troppo grande, anche per un bambino che inspiegabilmente si ricorda delle sue vite precedenti. Ma è il destino del Dalai Lama. Rossa la sua tunica, rossi i pesci dei suoi laghi, rosso il sangue sputato dai cadaveri che crescono intorno a lui. Rossa la Cina di Mao che vuole schiacciarlo, prima che la sua pazienza vinca (lo farà) l’esilio.
Kundun, in 400 colpi.
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