Raffinato rapporto tra parola e immagine, inusuale – non nel cinema francese – modo di raccontare una storia senza che i personaggi agiscano sullo schermo, senza che muovano le labbra o anche solo un sopracciglio. Ma è davvero giusto e necessario sottoporci a questo supplizio, senza darci una gratificazione, una tregua, che non sia la colonna musicale o la prima, bellissima, sequenza del tramonto?
India Song, in 400 colpi (di tastiera)
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