Nella settimana che precede il quarantacinquesimo anniversario di nozze, una coppia riceve una lettera totalmente inaspettata che comunica a Geoff (Tom Courtaney) una notizia che sconvolgerà l'equilibrio di queste due anime fino a scuoterle. Tutto quello che c'era di equilibrato e mite in loro andrà in frantumi. Il gelo piomba su Kate e Geoff come un fulmine a ciel sereno, direttamente dal passato, incarnato in un cadavere rimasto intrappolato in un ghiacciaio in Svizzera per trent'anni. Si tratta di una ex di Geoff, di cui Kate (Rampling) non sapeva quasi niente. Man mano che i 7 giorni passano - quasi come in un thriller/horror - l'orrore della menzogna matrimoniale si fa sempre più concreta. Ci sono altri misteri e segreti ad attendere Kate nella mansarda dei ricordi di Geoff...

Charlotte Rampling, da sempre granitica nelle sue espressioni facciali, esprime in modo straordinario le sfumature di una certezza che le viene a mancare d'improvviso. Quella di un marito più anziano con cui non fa più l'amore, ma col quale sta bene. La Rampling esprime tutto con le azioni e i gesti, più che col volto, in un film terso ma allo stesso tempo oscuro, dalla struttura classicissima e molto parlato quasi da sembrare uno psicodramma glaciale alla Ingmar Bergman ( Sinfonia d'autunno e Persona su tutti). Il quasi ottantenne Tom Courtenay non è da meno, ma ci mostra un lato diverso, il più fragile e ombroso della coppia. Il regista, il giovane, minimale ma promettente Andrew Haigh, qui è al suo secondo lungometraggio: con un semplicissimo carrello finale sulle note dei Platters ("Smoke gets in your eyes") riesce a provocare la pelle d'oca. Da non perdere assolutamente.