Forse il simbolo di Barcellona…e c’è ben poco di cui stupirsene!
Quasi mi spavento quando, all’uscita della metro L2, me la ritrovo alle spalle: “Piacere di conoscerti HERMOSISIMA Sagrada Familia!”
Non penso di esser l’unica ad averla subito associata ad un enorme castello di sabbia, di quelli che costruiscono i bambini in riva al mare, facendo colare dalle mani la sabbia bagnata un po’ a casaccio fino a creare costruzioni sempre diverse.
Non so bene da che angolazione guardarla, ci giro un po’ intorno e non riesco proprio a farcela entrare tutta nell’obiettivo della mia Reflex.
E’ una costruzione immensa, imponente, massiccia ma allo stesso tempo longilinea con le sue torri alte verso il cielo.
Sulla guida ci sono tante informazioni circa le facciate, i simbolismi e i tempi di realizzazione ma, dopo una scorsa veloce, preferisco perdere un po’ di tempo ad ammirarla, in tutta la sua stranezza, con gli occhi ingenui di chi di Gaudì ne sa ben poco.
Pare assurdo che qualcuno abbia potuto ideare qualcosa del genere e, ancor più singolare è pensare che, i perenni lavori sulla struttura -che ne rovinano un po’ la visuale con gru e impalcature- stiamo proprio seguendo i progetti di quella mente follemente creativa.
C’è coda all’entrata per l’acquisto dei ticket ma, per fortuna, io li ho già comprati online (il ticket base costa 15€, ridotto a 13€ per gli studenti); in pochi minuti sono dentro….e che meraviglia!
Se l’esterno mi aveva stupita, l’interno della Sagrada Familia mi lascia veramente senza parole!
Ricca ed opulenta ma mai pacchiana. Riempita in ogni spazio senza però esser soffocante od oppressiva.
I soffitti sono altissimi, le colonne scanalate danno slancio ed ovunque si guardi si scoprono dettagli nuovi. Ogni angolo potrebbe essere analizzato e scrutato, suddiviso in centomila sfaccettature. Gli stucchi, i mosaici, i capitelli intarsiati. Nulla sembra uguale, niente dà quel senso di “già visto” che ho percepito spesso in altre chiese del mondo.
Cammino, vago, mi ci perdo. Mi sento quasi in un’altra dimensione, un mondo di mille colori in cui la luce, filtrando dalle vetrate variopinte, crea giochi luminosi da far invidia ai fari stroboscopici delle più grandi discoteche.
Passa un’ora senza che nemmeno me ne accorga. Perdo la cognizione del tempo e fatico a decidermi ad uscire.
Prima di lasciare il sito (una volta fuori il ticket non è più valido ed è impossibile rientrare) visito il museo sottostante; una collezione di fotografie storiche, disegni e progetti su com’era….e come sarà, la Sagrada Familia una volta ultimata.
…ma finirà mai?! Chissà!