49. Ancora vino

Creato il 19 giugno 2011 da Fabry2010

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C’è una bottiglia di vino su ogni tavolo, come fosse il segnale decisivo, come se il dolore avesse bisogno di una forma cilindrica con l’etichetta bianca del Kadesh Barnea, quella chiara e rossa del Ramot Naftaly, la nera del Sirah Reserve. Shime’on, Nathane ed Eleazar riempiono il bicchiere come ci fosse un solo modo per vincere il timore che li invade sempre più, una nebbia fitta cala nel locale dallepareti beige, dagli archi che separano i tavoli all’ingresso da quelli  interni, dove è possibile parlare con un minimo di riservatezza.
- Perché bevete tanto?
- Beato te, Yehochoua, che non hai paura.
- Non ho paura?
Dalla terrazza dell’albergo, Gad, Shaoul e Avigail contemplano la distesa bianca della città, il rosso di un tetto, l’oro della cupola.
- Non ti farà male tutta questa birra?
- Smettila di recitare la parte del nonnino, non farmi più domande.
- Di’ la verità, hai trovato il ganzo e ti ha fregato.
Il tavolo dove sono appollaiati Yousef e Ismail è in mezzo a una strada in cui si accavallano donne con bambini, commercianti in attesa di clienti, netturbini impegnati con rifiuti che si riformano in colori e odori sempre nuovi.
- Basta bere, non ti sarai mica innamorato!
- Non riesco a perdonarmi quello che è successo.
- Non conosci le donne, avrà provato tenerezza.
- L’impressione è che tu non conosca la paura, ti vai sempre a cacciare in mezzo ai guai.
- Sono i guai, Shime’on, che mi si sono affezionati.
- Nessuno mi fregato, ho la scorza dura, Gad.
- Sei un essere umano, Avigail, anche se spari come giocassi al tiro a segno.
- Dici che posso ritornare, che la posso invitare di nuovo in riva al mare?
- Ma certo, amico, la donna vuole dare protezione, ha bisogno di un figlio, più che un uomo.
- Mi prendi in giro, Yousef, non capisci quello che si prova.
- Che non si affezionino troppo, Yehochoua, ci hanno rimesso la pelle due persone.
- Se si crede in qualcosa, vale la pena rimetterci la vita.
- Lo vedi cosa intendo?
- Pensi che sia facile premere il grilletto? A volte si spara contro il dolore che si ha dentro.
- Ti ha fregato, ti sei innamorata di qualcuno.
- Non ti prendo in giro, voglio tirarti fuori dal letargo. L’unica è tornarci un’altra volta, fargliela vedere a quel pezzo di fica senza cuore.
- La vita non ha senso se non sei disposto a darla.
- Hai una visione troppo dura, chi ti può seguire, Yehochoua, chi può reggere una tensione così forte?
- Volete andarvene anche voi?
- Non sono innamorata di nessuno, Gad, lasciami in pace.
Il mondo ha sempre più il colore del Kadesh Barnea, l’aroma del Ramot Naftaly, il fondo nero del Sirah Reserve, la rabbia e la dolcezza della Maccabee.



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