I 5 album che, no, non mi hanno cambiato la vita, ma che quando li ho ascoltati per la prima volta, e non li conoscevo, sono rimasto di sasso: estasiato da qualcosa che non sapevo, incantato da una bellezza che mi ha avvolto e stregato, stupefatto per una genialità che non credevo possibile. L’ordine è per pura comodità, ognuno ha il suo valore, nel tempo della mia vita. A margine, il punto 2 della classifica sta diventando, di questi mesi, una pura ossessione. Va bhé, va così.
1. BMS del Banco del mutuo soccorso. Da lì in poi è stato solo prog. Un disco memorabile, meraviglioso, fantastico.
2. Come on feel the Illinois di Sufjan Stevens. Ho avuto la fortuna di scoprirlo quando ancora non era così seguito (non lo è tutt’ora, ma un po’ di più di qualche anno fa). Un genio cristallino e purissimo, ho pensato. Ne ho avuto conferma con successivi album e concerti.
3. Pink moon di Nick Drake. Non pensavo si potesse essere così dolci, crepuscolari, intensi, leggeri con una sola chitarra suonata meravigliosamente, e una voce avvolgente e ammaliante come la sua. Un altro genio rarissimo.
4. Kid A dei Radiohead. Inizia il terzo millennio e loro presentano Kid A e Amnesiac, come se li avessero lì nel cassetto da decenni, come se loro il terzo millennio lo conoscessero già da tempo. Avantissimi, come pochi. Gli anni duemila, musicalmente, iniziano con loro.
5. Socialismo Tascabile degli Offlaga disco pax. L’inizio di Kappler “io dormivo” l’ho ascoltato per la prima volta in macchina, e ho pensato: ma questi chi cazzo sono? Fantastici, nella loro originale creatività a bassa intensità.
6. Menzione speciale per Strategies against architecture III, raccolta degli Einsturzende Neubauten. Ascoltare per apprezzare e comprendere.