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5 buone ragioni per andare in Birmania

Creato il 08 aprile 2015 da Milleorienti

birmania Uno dei Paesi asiatici che sta cambiando più rapidamente è la Birmania/Myanmar. Il ritorno alla democrazia (con Aung San Suu Kyi) e la nuova apertura al mondo stanno portando il Paese sulla strada della modernizzazione e, inevitabilmente, della globalizzazione.  Ragioni in più per vedere il Paese ora, prima che cambi troppo e magari perda la magia che indubbiamente ha. Qui sotto trovate un mio articolo (pubblicato tempo fa sul settimanale Donna Moderna) su “5 buone ragioni per fare un viaggio in Birmania”. Io ci andrò, guidando quelli fra voi che vorranno venirci, nel gennaio/febbraio 2016. (Date un’occhiata alle info pratiche in fondo all’articolo). Buona lettura, attendo vostre domande, curiosità o commenti. MR

1) Vedi capolavori d’arte unici al mondo. Rimarrai abbagliato davanti ai 5.400 diamanti, ai 2.300 rubini e alla cupola d’oro della pagoda Shwedagon – la più importante della Birmania – al centro della città di Yangon, l’antica Rangoon. Vedrai tanti templi affascinanti in questo Paese devotamente buddhista, ma il luogo che ti rapirà il cuore è Bagan. Immagina una verde pianura accarezzata da un grande fiume, dove fra gli alberi spuntano l’oro, il bianco o il rosso mattone delle guglie di più di duemila antichi templi: è come se tutte le cattedrali dell’Europa medioevale fossero concentrate in un unico posto. Perché Bagan fu una grande capitale fino al tredicesimo secolo, quando fu conquistata e semi-distrutta dai mongoli di Kublai Khan: ne parla anche Marco Polo nel suo libro Il Milione. Perciò oggi a noi rimangono “solo” duemila templi, cioè uno dei siti archeologici più belli del mondo. Puoi visitare Bagan in molti modi: arrivando in barca dal fiume Irrawaddy, oppure (se vuoi concederti un lusso) fotografandola dall’alto in mongolfiera. Ma io ti consiglio di affittare una bicicletta e di girare per i sentieri pedalando, fermandoti a vedere quel che vuoi. Al tramonto, sali su uno dei templi più alti: quando i raggi obliqui del sole arrossano la pianura, saprai perché non potrai dimenticare Bagan.
Dormire e mangiare: Bagan Hotel River View, Old Bagan, [email protected], tel. +9562 70145; ristorante in giardino con vista sul fiume accanto a un’antica pagoda. La doppia da 65 euro.

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 2) Entri in paradisi ecologici. Un sorprendente mondo d’acqua. Dove tutto è sul lago: le case, i templi e i resort sono su palafitte; le bancarelle dei mercati di cibo o di artigianato sono su barche, e se vorrai comprare qualcosa al mercato (tessuti, gioielli…) dovrai contrattare da barca a barca. Di primo mattino vedrai i bambini che, in divisa da scolaretti, vanno a scuola sulle loro barchette. Il Lago Inle è un mondo a parte, un gioiello naturalistico segnato da un magico e fragile equilibrio uomo-ambiente. Lungo 22 kilometri e largo 11 ma profondo appena pochi metri, le sue acque calmissime sono punteggiate di orti/giardini galleggianti. Gli abitanti della zona (di etnia Intha) hanno da secoli un originale sistema di coltivazione sull’acqua: impastando terreno paludoso, alghe e giacinti d’acqua, hanno creato dei fertilissimi orti galleggianti piantati sul fondo con dei bambù: quando il contadino vuole spostare la sua isoletta toglie i bambù, attacca l’isoletta alla barca con una corda e la trascina via. In quale altro posto al mondo vedrai dei giardini che si spostano sull’acqua?  Poi, se tanta acqua ti ha messo voglia di mare, più a sud la Birmania ti offre magnifiche spiagge come a Ngapali, tre kilometri di sabbia bianca, una fila di palme da cocco e un oceano da sogno.
Dormire e mangiare. Lago Inle: Myanmar Treasure Resort (www.myanmartreasureresorts.com/ ) bungalow su palafitte, la doppia da 89 euro. Ngapali Beach: Amara Ocean Resort (www.amara-ocean.com ), bungalow fra spiaggia e palme, la doppia da 130 euro.

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3) Ti diverti con lo shopping etno-chic. Metti in valigia una grande borsa vuota, quando tornerai a casa sarà piena: il Myanmar sembra una boutique etno-chic a cielo aperto, ma con prezzi molto più bassi. La ragione è semplice: poiché il Paese fino a pochi anni fa era quasi chiuso al mondo, si trovano ancora molti oggetti d’artigianato a costi poco “occidentali”. Per esempio le famose lacche birmane: se cerchi oggetti per la casa (portagioie, vasi, scodelle, o i tradizionali e bellissimi porta-riso) vai all’Art Gallery di Bagan (tel. 6165047) che rifornisce il British Museum e garantisce la qualità. Ma puoi trovare vere occasioni (anche nel prezzo) rovistando un po’ nei mercatini popolari sul Lago Inle. Su una riva del lago c’è pure il posto giusto per la seta: è Mya Setkyar (tel. 8124072), una fabbrica con 100 telai che, essendo produttrice, ha prezzi inferiori ai negozi. Se invece vuoi concederti il lusso di una pietra preziosa o di un gioiello a Yangon c’è Ves (www.myanmar-ves.com/), celebre per i rubini. Infine, qualsiasi cosa cerchi, la troverai in un mercato al coperto davvero imperdibile: il Bogyoke Aung San Market, nell’omonima via di Yangon, che raccoglie ben 1800 bancarelle e negozi in un edificio vittoriano del 1926. Passerai una giornata divertente fra posate in madreperla, stoffe, borse tradizionali, statuette di Buddha in lacca, campanelle di bronzo, bottoni d’osso, perle…

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4) Fai un’esperienza di buddhismo e meditazione. Il buddhismo ha molti volti: religione popolare, filosofia, meditazione. In Birmania li incontrerai tutti. Il primo volto, la devozione popolare, si esprime in modi curiosi. In molti templi troverai un’originale forma d’arte: le sculture di frutta offerte agli altari, con i frutti intagliati a forma di pesce o di altri animali. Un altro esempio curioso è a Mandalay: nel tempio di Buddha Mahamuni c’è un’enorme statua che continua a “ingrassare” perché i devoti vi appongono migliaia di foglietti dorati (simili a post-it) in segno di venerazione. Così il Buddha, sorridente, diventa più ciccione. Se cerchi invece un luogo dove fare (o imparare) meditazione, troverai varie scuole, immerse nel verde e nella pace, dove si pratica la vipassana, cioè la “visione profonda”. Se vuoi fermarti una settimana a meditare, però, dovrai seguire le regole della scuola: cellulari spenti, niente pc o tablet o radio, molte ore di meditazione al giorno, cucina vegetariana, colloqui quotidiani con il maestro. E alla fine del corso, un’offerta libera. Un indirizzo autorevole: l’International Meditation Centre di Yangon (www.internationalmeditationcentre.org/ ).

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 5) Il momento perfetto per andarci è adesso. Un’esile donna con un fiore fra i capelli e una volontà d’acciaio ha lottato per 25 anni contro la dittatura militare in Birmania, e ha vinto. Oggi Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, non è più agli arresti bensì in Parlamento perché il Myanmar è finalmente diventato una democrazia. Durante gli anni dell’oscurantismo i turisti “etici” non ci andavano per non finanziare la dittatura. Ma ora che il Paese è cambiato attira turisti in quantità, e non a caso: essendo rimasto a lungo isolato ha ancora un’atmosfera magica grazie alle antiche tradizioni buddhiste e ai paradisi naturali intatti. Anche per questo ti consiglio di visitare il Myanmar adesso, prima che la globalizzazione cambi la sua atmosfera. La stagione migliore per andarci è fra ottobre e marzo, quando le piogge sono scarse, il clima è caldo-secco e potrai assistere a coloratissime feste popolari. Come quella di Kathina, fra ottobre e novembre. Le donne cuciono tonache da monaco per vestire le statue del Buddha e le ragazze di ogni etnìa sfilano in strada indossando gli abiti tradizionali; dai villaggi processioni multicolori di camion carichi di gente portano ai monasteri ogni tipo di regalo: armadi, lenzuola, ninnoli, cesti di fiori e frutta… una festa gioiosa fra riti e danze.

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Altre informazioni pratiche:

- Come andare: Il tour operator Kel 12 propone vari tipi di viaggio in Myanmar;  fra gennaio e febbraio 2016 io stesso guiderò un viaggio di scoperta culturale di questo magnifico Paese. Ne riparleremo su  MilleOrienti. Nel frattempo, per informazioni: [email protected],  tel. 022818111. Oppure scrivete direttamente a me: [email protected]

– Per volare da Milano e Roma a Yangon: Thai Airways (www.thaiairways.co.it/ ), Etihad Airways (www.etihadairways.com), Qatar Airways (www.qatarairways.com ), Singapore Airlines (www.singaporeair.com/), con prezzi variabili secondo stagione.

– In Italia non c’è un Ente del Turismo del Myanmar. Per info rivolgersi all’Ambasciata del Myanmar : Viale di Villa Grazioli 29, 00198 Roma. Tel: 06-36303753 – 36304056.

– Da leggere: «Myanmar-Birmania», Guide Edt/Lonely Planet, euro 22.

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