Sarà capitato a tutti, o quasi, di iniziare a leggere un libro con le migliori intenzioni, che fosse un romanzo, un saggio, o una raccolta di racconti e poi, arrivati a un certo punto, bloccarsi e non riuscire più, o non volere più, andare avanti nella lettura.
Mille le ragioni per cui si abbandona un volume, forse tante quanti sono i lettori così discoli da permettersi questo “affronto”. A molti sembra un affronto imperdonabile nei confronti dell’opera d’arte, e per altrettanti è un diritto inalienabile.
In un caso, quello del bookcrossing si abbandonano sul serio i libri, ma per farli leggere e conoscere a quanta più gente possibile, ché sono fatti per quello. Credo che ammettere di aver abbandonato un libro denoti molta più onestà di quella che c’è nell’affermare di aver completato la lettura, o addirittura aver divorato il tomo, quando non è così. Scavando nella memoria, e negli scaffali della libreria, rinvengo cinque libri abbandonati e mai più ripresi, uno accanto all’altro, anche se diversissimi l’uno dall’altro.
Auto da fé di Elias Canetti
Oceano mare di Alessandro Baricco
Tristano muore di Antonio Tabucchi
Utz di Bruce Chatwin
L’amante di Lady Chatterley di David Herbert Lawrence
Di certo non portati a termine (almeno fino ad ora) per limiti personali, contingenze sfavorevoli, poca perseveranza. Sarà successo dunque anche a voi, di prendervi una deroga dalla sistematicità, un permesso-premio dal Club dei Bravi Lettori.
Quanti libri (e quali) avete abbandonato e mai più ripreso? E perché?
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