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Torna la rubrica 5° Movimento, dedicata a una originale reportistica per immagini dei concerti dell'Accademia di S. Cecilia a Roma e alla reinterpretazione della musica con i colori e le forme delle opere di arti figurative. Il concerto protagonista di questo numero, del quale sono stato fortunato spettatore, si è tenuto il 16 gennaio, diretto dal maestro Antonio Pappano; l'apoteosi, il grande sole del programma, è senza dubbio il celebre Requiem di Mozart. Completano il concerto l'overture della Scala di Seta di Bellini e la Sinfonia Concertante di Haydn. Per presentare il programma vi lascio per pochi minuti al video di presentazione dell'evento realizzato dall'Accademia di Santa Cecilia, dove il maestro Antonio Pappano cercherà di farci entrare nell'astmosfera, storica, artistica e emotiva, del concerto.
Questo numero di 5° Movimento si concentrerà solo sul Requiem di Mozart (Bellini e Haydn mi scuseranno per stavolta) che ha bisogno di grande spazio, un'opera di musica sacra che ci lancia in una corsa di emozioni senza fine, il mistero stesso del Requiem, incompiuto per la morte dell'artista, rende ancora più affascinante e unica questa straordinaria composizione, guidata da ispirazioni soprannaturali, che va ben oltre le capacità di un musicista, un singolo uomo e con il suo mondo interno, necessariamente finito. Ma con Mozart occorre stare attenti, la modernità e attualità della sua produzione, l'ispirazione impetuosa che come un torrente ha trascinato la vita dell'artista e tutti noi in un continuo viaggio nel tempo e nelle armonie più grandiose, ha qualcosa di oltre. C'è sempre il sospetto, la percezione di un contributo in qualche modo superumano. L'oscura leggenda della composizione del Requiem, che affonda nello psicologico e nel soprannaturale ci offre il quadro migliore per avvicinare la musica di Mozart, il suo spirito quadridimensionale. Un bellissimo film di Milos Forman del 1984, Amadeus, vincitore di diversi Oscar, riesce a materializzare alcuni frammenti della vita di Mozart , dei suoi spericolati voli artistici e esistenziali, fino al mistero finale della sua morte, e del Requiem. Per entrare nel particolare mondo "alieno" di Mozart, uomo che sono personalmente convinto che sia arrivato sulla terra a bordo di una astronave, mi aiuto con il trailer del film Amadeus, che rappresenta un ottima sintetica introduzione a Mozart, tra brevi sequenze di musica, colori e parole, prima di entrare definitivamente nel suo Requiem.
Ora che siamo in qualche modo entrati nel mondo Mozartiano, almeno con le punte dei piedi e dei sensi, è necessario un altro passo propedeutico: vedere e ascontare un paio di brevi video del concerto del 16 gennaio, così da consentire anche a voi di sedervi per qualche momento sulle poltrone dell'Auditorium del Parco della Musica di Roma, e viaggiare sull'astronave di Mozart, godervi lo spazio dalle ampie vetrate in nuovi policarbonati, che si colmano di parziali di pianeti sconosciuti, panorami inimmaginati, attraversare galassie e arrivare fino in fondo al tunnel, la morte che ci aspetta, trovarci tra milioni di uomini che aspettano ansiosi qualcosa. Cosa ci sarà oltre? Le voci, le domande, le preghiere sono quelle immaginate da Mozart, le risposte immaginatele voi. Sotto trovate dunque due frammenti del Requiem, il Dies Irae e il Lacrimosa. Due momenti dell'arrivo nell'aldilà che cercherò poi di reinterpretare con i colori e le opere di altri grandi artisti, cercando di replicare le emozioni, chiaramente secondo una personale visione. Ma non sarà facile.
Die Irae lo interpreto con i colori grazie a quest'opera di El Greco, The adoration of the name of Jesus, Milioni di anime accatastate, la voce dell'aldilà che pervade uno spazio senza tempo, rimbombando nei ricordi come una sfera di piombo che cade lungo scale infinite; uomini che ascoltano, per la prima volta, il significato della loro esistenza, il futuro che li aspetta. Qualcuno non osa guardare, lasciando i propri occhi fuggire dalle responsabilità di un passato difficile.
Lacrimosa, le ultime note lasciate sulla Terra da Mozart, dolorose e drammatiche, le coloro con le pennellate di Edvard Munch. La sua opera Golgota riporta all'evento centrale della drammaticità cristiana, la crocifissione, che probabilmente riappare nell'aldilà, la sofferenza non è dipinta sul volto di Cristo, della vittima, ma sulle anime che piangono, ancora una volta, il passato. Si raccolgono, ricordano, sono antichi testimoni del passato. Le loro lacrime, il raccogliersi in un'unica macchia di colore, una osmosi di disperazione, è l'idea di base del Lacrimosa. La consapevolezza è ritratta in basso, in primo piano, rivolta verso lo spettatore, appena sceso dall'astronave di Mozart.
Per il Confutatis Maledictis prima della interpretazione, riporto un brano del film Amadeus di Milos Forman, il momento nel quale Mozart in fin di vita detta a Antonio Salieri, noto compositore di corte dell'epoca, le note del suo Requiem. Versione romanzata della realtà, fondata sull'idea (del film e del libro che lo ha ispirato) della rivalità tra Mozart e Salieri, che nella realtà storica non è documentata, e sulla leggenda del gentiluomo mascherato che commissiona il Requiem all'artista, facendogli credere che sia la morte stessa sotto mentite spoglie. Nel film è Antonio Salieri lo sconosciuto, che si finge il padre defunto dell'artista che torna dall'aldilà, sulla scia delle similitudini dell'opera il Don Giovanni. Verso la fine del video esplodono le note e le voci del coro del Confutatis, con le drammatiche immagini della carrozza che porta Mozart al cimitero, sotto la pioggia incessante, tracciando solchi nel fango.
Il Confitatis Maledictis è una vivida immagine dell'inferno, gli archi di Mozart animano fiamme che sembrano reali, tanto da farci pensare che le nostre gambe stiano lentamente arrostendo. Per colorare queste emozioni scelgo Hell's Bird di Max Beckmann, una visione dell'inferno aliena dalla classica iconografia, che sposta alcuni canoni. Quello di Beckmann è un inferno trasversale, probabilmente da immaginare sempre sotto terra, ma sono esseri alati, gli uccelli del cielo, che si organizzano per le torture dei dannati. Cielo e Inferno insieme, il blu delle ali (e del cielo) e delle penne, anzichè il rosso e l'arancione delle fiamme, ma la inevitabile sofferenza è sempre la stessa.
Chiudo con un video che ci mostra lo spartito originale del Confutatis Maledictis del Requiem di Mozart, così possiamo nello stesso tempo continuare ad ascoltare le fiamme e la sofferenza che gli strumenti istruiti dal compositore gridano, senza soluzione di continuità.Vi aspetto per i prossimi numero di 5°Movimento, nei quali proverò a interpretare con colori e forme le lame di Sostakovic e le immense steppe di Prokofev, dove mi sono smarrito spesso.
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