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50 per Fresu

Creato il 15 giugno 2011 da Musicamore @AAtzori

fresu 1“A 50 anni si tende a stilare il bilancio della propria vita ma io non lo voglio fare. Perché non me li sento addosso e perché inizio a vivere ora. Come padre, uomo e artista. Come padre prima che come uomo perché è la paternità ad avere dato un senso reale alla mia vita ed è l’uomo a dare un senso al mio essere artista.”

Queste sono le parole del grande musicista jazz, orgoglio della nostra terra di Sardegna Paolo Fresu che, per ringraziare i suoi conterranei dell’affetto che sempre gli hanno dimostrato,  festeggia il suo 50esimo compleanno con 50 concerti tutti nell’isola.
I concerti, quasi tutti gratuiti e in programma ogni giorno dal 12 giugno al 31 luglio, raccolgono il meglio del jazz italiano e internazionale, riunito per festeggiare una terra ricca di fascino e di forti contrasti.

Parla ancora Fresu “Non posso fare bilanci. Significherebbe trarre conclusioni e stilare certezze che, oggi più che mai, non esistono… Riordinare cifre per addizionare pensieri sì!” “Grazie a tutti quelli che mi circondano con il loro affetto e che mi danno la forza per continuare. Viva la Sardegna”.

Gli appuntamenti da non perdere, soprattutto per gli amanti del jazz e per i molti fan dell’artista sardo, sono tanti e sono sparsi su tutto il territorio sardo, dalla provincia di Cagliari a quelle di Olbia-Tempio e Sassari, nell’estremo nord dell’isola, con i concerti a Santa Teresa di Gallura e a Stintino. In poco più di un mese e mezzo Paolo Fresu e i suoi amici musicisti percorreranno la Sardegna in lungo e in largo, portando ovunque la loro musica e il loro amore per questa terra.

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Un viaggio che partirà il 12 giugno da Berchidda, dove Fresu e’ nato il 10 febbraio del 1961, per concludersi un mese e mezzo dopo, il 31 luglio, a Cagliari.

“Mi ritengo un musicista di jazz nel senso che il mio apprendistato ha a che fare con quella musica. Mi sono nutrito da quei suoni, con Davis, con Chet Baker e poi con Coltrane, Charlie Parker, Billy Holiday e Bill Evans. Non mi sono però mai visto come musicista di jazz nel senso stretto del termine. Quando ho iniziato a suonare il jazz l’ho fatto da autodidatta in Sardegna, non ho frequentato scuole e ho appreso questa musica da solo suonando tutto, il free, il bebop, la musica mediterranea. Mi chiamavano a suonare dal continente Paolo Damiani, che faceva musica mediterranea, Bruno Tommaso, che faceva musica d’avanguardia ma molto raffinata che aveva influenze con musica classica e barocca, e Giovanni Tommaso che mi invitò assieme al suo quintetto con Massimo Urbani, Danilo Rea e Roberto Gatto dove suonavamo il new hard bop di stampo europeo. Mi ritrovai improvvisamente a diventare un musicista di jazz professionista suonando tutto quello che capitava. Non avevo una coscienza precisa o una mia strada.”

stralcio da un’ intervista di Gianluca Lambiase

50 per Fresu
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