Rieccoci col nuovo appuntamento della sagra del bondage. Che il Casto Divo ci perdoni. Dunque, ritroviamo Anastasia Steele che sta sempre peggio, non magna, si veste male, non si sa manco truccare (cioè, lei mi sta dicendo che con l’impazzata di tutorial su Youtube lei non ha capito ancora niente e si concia ancora come l’indimenticata Gemmadelsud? Mah), lavora per un certo JACK HIDE (!!!!!) soffre per l’ammor perduto di Christian Grey, che ricordiamo l’ha appesa. Uno penserebbe che non si vedono da mesi visto quant’è disperata lei, invece no, non si vedono da 5 giorni e all’inizio del libro si danno anche appuntamento per andare alla mostra di un certo Josè. Alla mostra ovviamente ci vanno con l’elicottero, mica in metro o a piedi come noi poveri.
Subito lui le dice che deve magnare, perché è troppo magra. Sta cosa del cibo ricorreva anche nell’altro libro ma non la capirò mai, mi pare mia nonna quando fa “devi mangiare bella di nonna!” e mi infila in bocca panzerotti e crocchè. Comunque lei subito viene colta dall’ormone e infatti pensa:
Io sospiro e vorrei gridare: “Tu mi sei mancato. Tutto di te. Non solo la tua lingua!”
Giungono alla mostra di Josè. Dopo svariate pagine di vaneggiamenti, si arriva finalmente a una svolta. Anastasia, da buona bimbominkia, ha googlato Christian Grey cercandone foto con altre donne (chissà che avrà scritto nel motore di ricerca… Christian Grey moglie? Christian Grey escort?) cosa che abbiamo fatto tutti ma noi non siamo così grezzi da dirglielo in faccia, dandogli anche velatamente del gay:
«Ho cercato tue foto con altre donne su Internet. Non ce ne sono. Ecco perché Kate pensava che fossi gay.»
La mostra continua, lei fa la scema con Josè e Grey s’incazza, dopodiché vanno a mangiare al ristorante. Lui le dice che la rivuole ma lei ha ovviamente paura di fare di nuovo la fine di un prosciutto appeso dal pizzicagnolo. Dopo qualche altra pallosissima pagina viene fuori che Grey ha sviluppato questa propensione per il bondage perché viveva con una madre che faceva il mestiere più antico del mondo e lo maltrattava pure:
«Non che io ricordi. Era indifferente. Non mi proteggeva dal suo magnaccia.» Sospira. «Penso di essere stato io a prendermi cura di lei. Quando alla fine si è ammazzata, sono passati quattro giorni prima che qualcuno desse l’allarme e ci trovasse… Me lo ricordo.» Non riesco a contenere un sussulto di orrore. “Gesù!” La bile mi sale in gola.
(Il “Gesù” di lei l’ho dovuto mettere per forza, troppo comico!) Ah vi volevo dire che secondo me la Apple ha dato dei soldi all’autrice, perché vengono citati ad ogni piè sospinto MacBook, ipad, ipod, ichitemmuort. Pubblicità occulta proprio. [Caro Louboutin, se sei in ascolto io ti citerò nei miei futuri articoli e libri stupendi se mi invierai tante belle scarpine. Ciao!].
Da: Anastasia Steele
A: Christian Grey
Data: 9 giugno 2011 23.56
Oggetto: iPad
Mi hai fatta piangere di nuovo. Amo l’iPad. Amo le canzoni. Amo l’app della British Library. Amo te.
Più sputtanato di così. Comunque Christian decide di fare il buono guaglione serio e pur di riavvicinare Ana dichiara addirittura di essere il suo fidanzato, cosa non si fa per un po’ di sano bondage! Poi si compra anche il gruppo editoriale dove lei lavora, come farebbe un qualsiasi Berlusconi insomma, per farle fare carriera, anche se lei, per non passare da Olgettina, subito inizia ad agitarsi e a dire GIAMMAI! Quindi si da a cose più terra-terra, tipo fare la spesa perché lei in casa non c’ha manco un pacco di pasta e quindi l’aiuta a cucinare, salvo poi dirle:
«Se lo fai un’altra volta, Anastasia, ti prendo sul pavimento della cucina.»
E finalmente si tromba!
In un attimo Christian mi prende per i fianchi e mi attira a sé. Le mie mani cercano i suoi capelli, la sua bocca mi reclama. Le mie mani cercano i suoi capelli, la sua bocca mi reclama. Mi spinge contro il frigo, e sento la vaga protesta delle bottiglie e dei barattoli che sbattono all’interno, mentre la sua lingua trova la mia. Gemo nella sua bocca, e una delle sue mani si immerge nei miei capelli, tirandomi indietro la testa. Ci baciamo selvaggiamente.
In questo libro le descrizioni delle scene però non sono niente di che, vi avverto. Altro che vergini di Norimberga, fruste, corde, tavoli delle torture… è tutto finto! Tutte cazzate che dicono per vendere il libro! Leggete che tristezza, lui la lega con la cinta dell’accappatoio…
«Voglio legarti.»
“Oh.” «Okay» sussurro.
«Solo le mani. Al letto. Ho bisogno che tu stia ferma.»
«Okay» sussurro di nuovo, incapace di dire altro.
Lui mi si avvicina, senza staccare gli occhi dai miei.
«Useremo questa.» Afferra la cintura del mio accappatoio.
Poi prende il gelato e glielo spalma addosso, come manco nel film di Sara Tommasi. E lei dice pure “è freddo!” Roba che un altro po’ sono più perverse le riunioni dell’Unione Cattolica Stampa Italiana.
Io do uno strattone ai legacci e il letto cigola in modo sinistro, ma non ci bado: il desiderio ardente mi sta consumando. Christian prende dell’altro gelato e me lo fa sgocciolare sul petto. Poi con il retro del cucchiaio me lo spalma sui seni e sui capezzoli. “Oh… è freddo.”
Per grazia divina, in questo libro per indicare la vagina non dice più “lì” come nemmeno una delle elementari ma usa proprio il termine VAGINA! Wow! Adesso chiama lì il suo sedere, perché la cosa più trasgressiva che fanno è un rapporto anale con un plug in. Verso la fine lui le chiede finalmente di sposarle e lei gioisce, perché giustamente tutti i suoi problemi le sembrano volgere al termine, ora che ha trovato il riccazzo che le versa anche 50 mila dollari sul conto. E siccome pecunia non olet, lei passa sopra anche al ritrovamento di alcune foto porno di lui e addirittura all’attacco di una vecchia milf, simpaticamente ribattezzata Mrs Robinson, con cui lui se la faceva dai tempi delle scuole medie. Il libro, ancora più imbecille del primo, si conclude però con uno spiraglio di speranza: un tizio che schifa Grey e che, si spera, nel prossimo capitolo della saga tenterà come minimo di dargli una mazzata in testa (spero).
Non compratelo!!!