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50 Sfumature di Tsipras

Creato il 01 gennaio 2015 da Roccobruno @Il_Donosauro

“La lista Tsipras è una colossale operazione di gatekeeping. Il fatto che a sinistra possa esistere un dibattito su una roba simile equivale a un certificato di morte.” A. Bagnai, 11/06/2014

Comincio l’anno con un bel post polemico, tanto per cambiare. Post che nasce da un’emozione: il rammarico per l’ondata di disperata speranza riposta nei neo-movimenti di sinistra (Syriza, Podemos, ex- lista Tsipras..). L’ossimoro non è casuale, così si capisce subito da che parte sto.

Ora, altri migliori e più preparati di me potrebbero argomentare nel dettaglio le proposte politiche e dissertare sulle ricette economiche, ma io non voglio convincere nessuno (anche se a volte sono tentato). Piuttosto, dato che un’idea personale me la sono fatta, vorrei che questi (sedicenti) neo-partiti e chi li segue convincessero me, se proprio vogliono, e quelli “come me”.

PERO’..

Per convincere servono alcuni requisiti, diciamo:

1. La speranza non è come la gnocca, ovvero non si dà per simpatia, perchè magari lui ha lo sguardo magnetico, per un bicchiere di troppo o perchè non si batte chiodo da tempo e l’ormone comanda. La fiducia non si dà perchè.. dai, quello parla bene ed è di sinistra (/destra) e quindi siccome io/i miei amici/la mia famiglia siamo di sinistra (/destra) allora gli credo. No, (no, signori miei, direbbe il piccolo renzi) la fiducia e la speranza si danno se ci sono delle premesse fondate e logiche per darle. Le parole sono importanti caro Nanni! E infatti noi diciamo che la speranza SI RIPONE, ovvero si POGGIA SU QUALCOSA. Quindi il “vediamolo all’opera prima di giudicare” sapete dove potete metterlo, o meglio riporlo.

2. Non è sufficiente “avere tutti contro” per essere del partito dei buoni. Chiunque stia seduto su una poltrona tende a non volerla cedere ad un altro, e non perchè l’altro sia necessariamente un benefattore. Chi ha studiato storia avrà sicuramente in mente una pletora di esempi di rivoluzioni finite male e di elefantiache idee politiche che hanno partorito piccoli… ratti istituzionali (oggi sono ispirato). Tsipras ha tutti contro? Iglesias* ha tutti contro? Beh, pure Grillo aveva tutti contro (sia quando voleva uscire da euro, sia in tutti i suoi ripensamenti). L’alternativa ad una elite può essere un’altra forma di elite. Per dire.

3. Serve coerenza e conseguenza. Mi è poco comprensibile ad esempio un Montero Soler che prima dà conferenze sull’uscita dall’euro e poi, avvicinatosi a Podemos, parla di ristrutturazione del debito… come si spiega?

Da questo stesso punto 3 discende che: non si comincia una battaglia dicendo il falso per poi fare il vero. Ovvero: non è coerente e conseguente una proposta politica in cui non si parla di eurexit perchè “fa paura alla gente” e allora si ammorbidisce la pillola o si tenta di rivoluzionare il sistema “dall’interno”. Questo è Civatismo! Anche i paraculi sapete dove potete.. riporli. Le proposte politiche in cui sono gli illuminati a governare – perchè il popolo non capisce – non sono proposte democratiche. Questo è “di sinistra” quanto lo è D’Alema.

4. Non ho letto e non ho studiato tanto. Ma – fra altre cose – mi è capitato di leggere Bagnai. Leggere un autore non significa leggere quello che altri dicono di lui oppure dare un’occhiata veloce al suo blog. Significa precisamente LEGGERE (e rileggere se non si è capito). Ieri sentivo un qualche “ics” giornalista chiedersi come mai in Italia c’è una forte sfiducia verso euro addirittura più della Grecia. Ullalà che strano: l’opinione pubblica si forma con l’informazione (appunto), e in Italia la divulgazione scientifica sull’argomento ha un solo nome: Alberto Bagnai**. Se in Italia ci sono dei partiti “no-euro”, quale che sia l’opinione che si abbia su di essi, è perchè c’è qualcuno che ha fatto divulgazione sul tema. Dunque, dal mio personale punto di vista, se qualcuno vuole discutere di ricette di politica economica che coinvolgano l’argomento Euro-Unione Europea-Austerità deve ALMENO aver letto Bagnai, se è italiano. Oppure ancor meglio direttamente la letteratura scientifica, se uno può (che vuol dire Ideas, non il sole24ore, lavoce.info o simili).

Detto ciò, lei, signore, lei che vuole uscire dalla crisi restando nell’euro così com’è (“Euro”, non “Europa”), deve prima confutare chi ha argomentato queste tesi prima di lei, sa. Ah non lo sapeva? Non le avevano detto che si discute di queste cose già da vent’anni e più? La capisco, anch’io me ne sono accorto tardi: i figli, le bollette, si sa.. ci si distrae. Ci rivediamo fra un po’ allora: si prenda tempo.

Perchè sennò si finisce come questa qui, che dice di leggere ma evidentemente non lo fa.

*…ma come parla bene, Iglesias! Che spreco di capacità dialettiche, perdìo!

**e credo vada riconosciuto merito a Claudio Borghi – oltre che per la divulgazione – soprattutto per aver portato un dibattito accademico all’interno di un partito politico (l’unico disponibile ad accoglierlo). Perchè, diciamolo, se il tema non fosse stato portato in politica da un partito, col cavolo sarebbe giunta all’opinione pubblica una pur minima idea della versione dei fatti dei “cosiddetti” no-euro. 


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