Magno cum gaudio, posso annunciare che sono una PhD Candidate ora. Si si lo so che gia' andavo in giro a dire di esserlo ed e' pure nella firma delle mie mail - un po' perche' all'inizio non sapevo come funzionava il sistema in USA, e un po' perche' mi piace tirarmela. Ma ora, dopo la settimana di clausura descritta nel post precedente, ho fatto un orale di TRE ore e sono finalmente libera da questo esame! Cioe' posso iniziare a scrivere la tesi, che sembra un po' la parte piu' divertente (e potenzialmente piu' psicologicamente devastante) del PhD.
Perche' lamentarsi e', in generale, belloOltre alle mie doti accademiche, durante questo orale tortura sono state apprezzate le mie doti culinarie: ho preparato infatti il pranzo e il tiramisu e' cosi' piaciuto o che me ne hanno commissionato uno per 15 persone per il picnic di fine anno. Spendero' meta' del mio stipendio in mascarpone, ma almeno quando tutto andra' a rotoli in accademia potro' sempre puntare sui dolci.Sicuramente se sono una PhD survivor e' anche merito della mia commissione che e' composta da gente carina. E sono quasi sicura che non leggano questo blog, quindi lo dico proprio per affetto e non per leccare. La commissione e' formata da quattro professori che fanno domande, e io sono stata fiera di come l'ho perfettamente bilanciata: due donne e due uomini, di quattro continenti diversi. Poi c'e' un quinto professore che fa solo commenti. Per continuare nella mia perfect balance avrei avuto bisogno di un trans Australiano, che pare scarseggino in Universita', cosi' ho scelto un altro uomo Americano.La mia committee non e' cosi' per nulla. Ok, forse la cosa dei free cookies un po' si, ma per il resto si vogliono tutti bene e sembrava di stare ad un pic nic. Questo mi ha fatto pensare a quanto sono fortunata ad avere una vita cosmopolita in cui frequento gente un po' da ovunque nel mondo. Sono fortunata perche' questo mi rende una persona un po' piu' open-minded di altre. Certo, immagino che qualche pregiudizio inconscio ce l'abbiano tutti, ma io in generale vivo in un mondo di zucchero filato dove le differenze non esistono e dove siamo tutti uguali. Ho un amico piu' scuro di me, ma non e' il mio "amico nero", e' mio amico e punto. Ho amici uomini a cui piacciono altri uomini ma non sono i miei "amici gay", sono amici e basta. Perche' non credo che esistano davvero queste differenze tra esseri umani, siamo giusto noi che ce li creiamo. Detta questa cosa politicamente corretta, smorziamo confessando che non mi piacciono i super obesi, cosi' potete darmi dell'intollerante (e io vi rispondero' linkando dei video di Ricky Gervais).Detto cio', quando sono arrivata in USA ero abbastanza naive e mi dicevo "ma che bello che qui c'e' tanta gente in Universita' che viene un po' da tutti gli angoli del pianeta, e ci vogliamo tutti bene." Nei mesi che ho passato in Giappone mi sono convinta che Tokyo e' il posto perfetto dove abitare, ma al contempo non volevo essere sempre un'outsider - voglio dire, vivevo con una famiglia locale nella profonda campagna di Saitama e non scherzo quando dico che i bimbi per strada mi guardavano e a volte mi indicavano pure. Invece qui in USA tutti si possono integrare! A parte il fatto, ovviamente, che non tutti si integrano. Che questo posto non e' poi COSI' libero. Superato lo shock del fatto che ho compagni di dottorato dell'eta' mia con i genitori che vengono dal Sud e prendevano i bus con i posti separati bianchi e neri, ho scoperto che gli Stati Uniti hanno un sacco di problemi con il politically correct e con "race" in generale (che poi, che parola orrenda e' "race"? Che siamo, cani?).Ovviamente ci sarebbe un sacco da dire su questo argomento e su quanto gli USA siano a volte controversi. Su come - chissa' perche'! - tutti nel mio campus siano bianchi come il latte e i neri sono solo quelli che arrivano con le borse di studio sportive. Faro' giusto un piccolo esempio:Per divenare PhD candidate, ho compilato un questionario dove dovevo specificare la mia ethnicity (sono un pechinese incrociato con un volpino da parte di madre, ora posso avere la mia crocchetta?). Per essere sicura, sono andata dalla responsabile amministrativa del dipartimento e le ho chiesto se sono bianca."No", ha detto lei"E che sono allora?""Sei una 'other, foreign'. E' la casella degli studenti internazionali""Si ma sono ANCHE bianca" (o almeno lo ero l'ultima volta che mi sono guardata allo specchio perche' a furia di studiare non esco mai di casa. Quando sono piu' sana raggiungo un gradevole rosino, ma non lo vedo tra le opzioni)"Si ma vedi, le categorie sono solo per gli Americani. Abbiamo sempre il problema di questi Cinesi e Coreani che arrivano e barrano la casella 'Asiatici'""E perche', che sono Cinesi e Coreani?""Asiatici sono solo gli Asian-American".Concordate con me che e' confusionario? Ma soprattutto, perche' tutto questo trambusto riguardo al colore della mia pelle, a voi che vi frega se sono gialla rossa o verde? O forse interessa, perche' qui e' importante essere politically correct.Poi pero' un mio amico mi ha detto che quando, durante un incontro sull'interculturalita', ha detto di venire dall'Africa, gli studenti gli hanno chiesto se avevano le automobili e i computer e le case in Africa. Io ho riso pensando stesse esagerando, poi ' ho visto il sincero stupore negli occhi di una mia studentessa quando ho detto che ho studiato in Italia"Ma perche', avete le universita' in Italia?"(Noi avevamo le universita' prima che tu avessi una nazione, baby)E qui ci voleva The Big Bang TheorySempre della serie politically correct, agli Statunitensi piace un sacco parlare di First Amendment. Noi siamo liberi di dire quello che vogliamo, qui c'abbiamo la liberta'.. peccato solo che non sia sempre cosi'. Nella mia universita', per esempio, prima di insegnare gli Statunitensi devono fare giuramento, dichiarando sostanzialmente di non essere comunisti. Io come straniera (o meglio, "other, foreign") non devo farlo, quindi posso votare Tsipras quanto voglio, con buonapace di McCarthy che si rivoltera' nella tomba.Poi, per proteggere le minoranze, l'universita' ha introdotto una regola per cui non si puo' discriminare nessuna ideologia religiosa o politica, anche se in contrasto con il curriculum di studi.Cosi' il paradosso e' che il professore di scienze che non puo' essere comunista deve pero' rispondere "oh, interessante approccio" allo studente del Tea Party che sostiene che la Terra sia stata creata duemila anni fa. Ci sarebbe tantissimo altro da dire. Pero' ho giusto dato un paio di esempi che mi sembravano un po' contraddittori. Certo, ci sono molti elementi che ti fanno essere piu' libero e piu' bianco. Per esempio, piu' sei un professore affermato, piu' la tua ethnicity non conta molto. Se sei una donna delle pulizie, invece, e' fondamentale.La verita', pero', e' che per mettere tutti d'accordo basta il tiramisu. Che in Italia impariamo a fare molto bene nel tempo libero che il non andare all'universita' ci lascia. Video del Terzo Segreto di Satira, per far ridere e per ricordarci che del razzismo in Italia, specie in questi tempi, e' meglio non parlare..
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