Sibilla Aleramo, nata come Rina Marta Felicina Faccio ad Alessandria il 14 agosto 1876, è forse una delle donne più importanti della letteratura italiana del 900, scrittrice e poetessa che ottenne la stima di grandi suoi contemporanei come Luigi Pirandello, Benedetto Croce, Salvatore Quasimodo e Alberto Moravia per citarne alcuni.
Lo pseudonimo nasce, all'uscita del suo primo libro"Una donna", suggerito da Giovanni Cena che trasse il cognome Aleramo dalla poesia del Carducci 'Piemonte' e il nome Sibilla dalla figura mitologica greca e latina.
"Una donna" e dito nel 1906 è un testo autobiografico, dove la scrittrice si racconta dall'infanzia fino alla sofferta decisione di lasciare il marito e soprattutto il figlio, scelta tutt'altro che facile per una donna nei primi anni del '900, scelta dettata dalla volontà di una vita libera e consapevole e contro la costrizione e l'umiliazione dell'esistenza a cui molte donne erano condannate dalla mentalità di allora.
Il romanzo fu un trionfo letterario e fu presto tradotto in quasi tutti i paesi europei e negli Stati Uniti. Luigi Pirandello lo commentò così: "Pochi romanzi moderni io ho letti che racchiudano come questo un dramma così grave e profondo nella sua semplicità e lo rappresentino con pari arte".
La sua fu una vita dedicata alla scrittura, alla cultura e alla politica. Moriva 52 anni fa questa grande donna all'età di 83 anni il 13 gennaio del 1960.