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53. Sospeso a un filo

Da Winston Smith @diariodiwinston

L’altro giorno ero in funicolare e mi si è proposta una situazione con un ottimo potenziale da “storie di pendolari“: in pratica durante un’esposizione della mercanzia da parte di un venditore di cosiperripararelemacchinedelcaffè è entrata la coppia rumeno e figlio che noncurante del collega hanno recitato le uniche parole in italiano che conoscevano per commuovere qualche passeggero e ottenere qualche moneta. Il venditore assiste alla scena indignato, e dopo qualche secondo di silenzio si rivolge ai pendolari con un “‘sti stranieri c’arrobbn à fatica!” (questi stranieri ci rubano il lavoro!). Ma è durante quei secondi che ho disgregato la scena e l’ho ricostruita nella mia mente con un aspetto da videogioco arcade: i due sfidanti a destra e a sinistra della schermata posti l’uno di fronte all’altro e con la barra della vita in alto e i loro nomi composti dai pixel essenziali…

53. Sospeso a un filo

“round one… FIGHT!”

Poi, come sono solito fare spesso, ho immaginato un qualcosa di assurdo che con buone probabilità è stato proposto molti anni fa o sarà attuato in un futuro prossimo: una competizione tra mendicanti e venditori ambulanti a più manche durante le varie corse della funicolare sottoposti al giudizio dei passeggeri che decidono di volta in volta a chi dare la propria moneta fino alla corsa finale.

Alla fine la situazione mi è completamente sfuggita di mano (di mente), e quella che doveva essere una competizione si è trasformata in una specialità olimpica di più discipline che andavano dal lancio del pacchetto di fazzoletti acrobatico alla pulizia dei parabrezza a ostacoli e che proponevano ai vincitori premi come: il miglior semaforo o un tergicristallo in gettoni d’oro.*,**

Poi si sono aperte le porte e sono sceso.

[.]

Questo propostovi era inizialmente un tentativo di omaggio a due blog che seguo con molto piacere in cui gli autori propongono le loro avventure sui treni:

callmeleuconoe

mezzinudi

[.]

Sono consapevole del fatto che non è piacevole trovare in questo periodo tante persone che mendicano spuntare in ogni angolo e tentare ogni espediente per ricevere la loro moneta, e non intendo che non è piacevole essere infastiditi a ogni curva/semaforo/scala mobile/mezzo pubblico/ecc. ma che non è piacevole pensare al perché tante persone si trovano a fare ciò, e molto spesso i perché fanno male!

In sostanza, il periodo natalizio lo si potrebbe associare a un enorme pacco vuoto decorato alla meno peggio posto sotto un albero finto con lucine che intonano fastidiosi motivetti, e non a caso tutti questi sono proprio i suoi simboli.***

Tra stress lavorativo, regali e tutto il resto, mi meraviglio se ancora non sono diventato verde!

Tra stress lavorativo, regali e tutto il resto, mi meraviglio che ancora non sono diventato verde!

E con questa amara conclusione vi ripropongo gli asterischi che somigliano a tanti fiocchi di neve e che danno a questo post il un’aspetto natalizio!

*Mi aspetto proposte di discipline olimpiche e relativi premi nei commenti! (e a proposito di olimpiadi, vi linko questo articolo in cui parlo delle loro origini)

** Se vi sono sfuggiti date un’occhiata a The Washer e al nuovissimo The Parker, entrambi corti dei The Jackal dei quali parlai nel primo episodio della rubrica tubi or not tubi (ribattezzata TONT date le iniziali!)

*** Come giusta colonna sonora per il finale malinconico propongo questo featuring caparezziano dedicato proprio al Natale:


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