“Cresciuto con la racchetta in mano”
Potrebbe essere il titolo della biografia di Ivan Lion, giovane rivelazione del tennis paralimpico italiano e torinese – una storia di cui si stanno scrivendo ancora i primi capitoli, vista la sua età. Ventidue anni, il tennista torinese ha iniziato ha calcare i campi da quando ne aveva nove. Tanta gavetta e, nelle ultime stagioni agonistiche, il concretizzarsi dei primi risultati incoraggianti, delle prime vittorie. Quello relativo ai trionfi potrebbe essere il capitolo più affascinante: vi troverebbero spazio i racconti dei trofei già in bacheca – tra i quali il doppio campionato junior e il campionato regionale nella categoria senior, come pure la targa di atleta dell’anno di Piemonte e Valle D’Aosta nel 2007 e un 2011 tutto da incorniciare, sia a livello nazionale che internazionale.
Ma Ivan ha ben altre ambizioni: nei suoi piani c’è l’approdo alla manifestazione iridata e, in prospettiva, la ghiotta partecipazione alla paralimpiade brasiliana del 2016.
Ma dietro al costante miglioramento delle prestazioni e dei successi ottenuti sul campo si cela un’intensa attività di preparazione, dove carichi e metodologie di allenamento variano col movimentarsi del calendario agonistico. “Alla vigilia di un grande appuntamento mi alleno duramente seguendo anche una dieta appropriata, preparazione atletica, allenamento fisico, allenamento sul campo” – racconta Ivan durante il nostro incontro al Tennis Club Caselle Torinese.
il Trofeo della Mole
Lion lavora molto sul miglioramento del rovescio e il perfezionamento del dritto, il suo punto di forza. Un’arma, tra le altre, che gli ha consentito di giocare un brillantissimo Trofeo della Mole, portandolo ad un piccolo passo dalla vittoria nel Second Draw, un torneo archiviato con grande soddisfazione. “Al torneo torinese si giunge” – precisa Ivan – “attraverso la classifica internazionale, oppure con una wild card. Per me il Trofeo della mole è ormai una tappa fissa perché è il torneo di casa. Non c’è un percorso fisso..essendo di alta categoria, sono visto con occhi diversi. Prima ero per tutti il ragazzino, ora gli avversari iniziano a temermi”.
Il Trofeo della Mole, inserito nel NEC Wheeclair Tennis Tour, vanta livelli eccellenti, eppure ha ancora una scarsa affluenza di pubblico. Sul banco degli imputati, un’informazione mediatica inadeguata rispetto alla portata dell’evento. Ma Ivan ha la soluzione: “avvicinare al tennis in carrozzina dapprima con dimostrazioni organizzate ad hoc e poi mandando degli inviti per assistere a tornei di vari livelli”.
non solo tennis
Ivan è cresciuto con la racchetta e da sempre lo sport gli è maestro: insegna a non mollare mai, a gestire la tensione, a tenere alto il livello di concentrazione, ma anche “ad essere umile e a lavorare sodo giorno dopo giorno e ad impormi degli obiettivi che, una volta raggiunti, si alzano nuovamente di livello”. Ma nemmeno un tipo come Ivan vive di solo sport.
Riposta la racchetta nel borsone, si fanno largo le passioni del ventiduenne tipico: da facebook, dove Ivan divulga la sua passione tennistica e aggancia nuove speranze del tennis paralimpico azzurro, agli hobby come le auto e il modellismo.
Ma è la sera, nel pieno della movida torinese, che vediamo Lion scatenarsi nei locali, anche se “Torino offre molte opportunità, ma spesso sono nascoste e non tutti i disabili ne sono a conoscenza: bisognerebbe pubblicizzarle”. Sport 2.0 è qui anche per questo.
di Mauro Costanzo
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