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6 aprile 2011: ignote ragioni di papali contraddizioni

Creato il 19 febbraio 2011 da Tnepd
6 aprile 2011: ignote ragioni di papali contraddizioni Ieri ho pranzato al ristorante. Ogni tanto una bella chiacchierata tra italiani, in italiano, ci vuole. A prescindere dall’argomento. Parlare sempre in una lingua diversa dalla propria, nonostante l’abitudine, e’ faticoso. Un italiano in Africa e’ costretto dal contingente a dividersi almeno fra tre idiomi: il suo, quello degli ultimi colonizzatori (che grazie al cielo non siamo quasi mai noi) e la lingua locale. In ambito domestico la situazione si fa paradossale. Anni di convivenza con cuoche, massaggiatrici, guardiani, giardinieri, fidanzate e affini generano una sorta di gramlot trigemino pressoche’ incomprensibile al mondo esterno. Almeno questo e’ successo a me ed ora mi trovo a parlare italiano con gli italiani, lingua colonica con gli ex-coloni e con gli indigeni ben assimilati, lingua locale con gli indigeni non assimilati ed il gramlot con la truppa.
Nonostante detta cosi’ possa sembrare fosca, mi permetto di darti un consiglio: fai i bagagli e trasloca in un luogo in cui si parla una lingua diversa dalla tua. Ne vale la pena se non altro per godere di una sensazione che arriva dopo un po’, dura un attimo, ma e’ strepitosa. La si prova quando ci si accorge non solo di parlare, ma anche di pensare in una lingua diversa dalla propria. E’ un momento fantastico, una porta che auguro a chiunque di varcare.
Tra parentesi, un aggiornamento dalla Bassa Africa: anche qui si sente odore di rivoluzione. Non potrebbe essere altrimenti. La colonizzazione territoriale delle ONG, da sempre invasiva e spietata, si e’ fatta sfacciata. Per capirci... da queste parti non c’e’ piu’ un fazzoletto di terra libero. I sindaci dei villaggi rurali si stanno accorgendo che le baracche dei loro cittadini non sono piu’ posate sulla terra dei loro avi. Vanno al catasto - altrimenti detto servizio topografico - e scoprono che i terreni su cui le loro famiglie vivono da generazioni sono stati tutti attribuiti – a loro insaputa - ad associazioni europee, asiatiche e americane, a ONG internazionali, a fondi mondiali di questo e di quello. Dove non e’ una ONG, allora e’ un ex-presidente, un ministro o un prestanome. Non a caso negli ultimi tempi svariati vecchi pupazzi della democrazia sono stati riesumati dai loro esilii dorati e si apprestano a rimettersi sul mercato. Enti “benefici” che si intestano milioni di ettari di campi e foreste. Non c’e’ una ‘impercettibile’ contraddizione? Mah... ci sara’ pure una ragione.
6 aprile 2011: ignote ragioni di papali contraddizioni Da alcuni mesi sono tornato a vivere in una citta’ di 300.000 abitanti – che per un conglomerato africano non sono un gran numero – di cui almeno il 90% dorme in baracche di legno, al piu’ fornite di un tetto in tolla. Nel corso dell’ultimo mese, dalla terrazza di casa, ho visto moltiplicarsi gli scioperi e le manifestazioni. C’e’ da stare all’occhio ma la situazione non e’ brutta come sembra per almeno tre ragioni. In primis, gli scioperanti non sono li’ per me ma per il sindaco che dovrebbe lavorare qui accanto, nel palazzo del Comune, anche se non c’e’ mai (Curiosita’... il sindaco ha una gloriosa Lancia Thema grigia che qui e’ un po’ come avere una Rolls su da noi). In secundis, a ben vedere, manifestano i maestri di scuola, i netturbini, gli impiegati della pubblica amministrazione, i bancarellari del mercato e lo fanno pacificamente per non dire silenziosamente (sono stati educati a farlo in questo modo). Le categorie in fermento fanno tutte parte della fettina assimilata dalla colonizzazione occidentale e non sono particolarmente pericolose. E’ quella che da noi si usa etichettare come ‘piccola borghesia’, gente che se vede una divisa scura e un fucile si caga addosso, la raccoglie scusandosi e se la da a gambe. Come il 99% degli italiani, o dei francesi, o dei tedeschi, del resto. In ultimis ho la fortuna di abitare al secondo piano il che mi offre una visuale panoramica niente male. L’importante e’ non sporgersi troppo.
Certo, se ai primi sentori di malumori popolari non avessi smesso di organizzare festini e orge notturne in terrazza, avrei rischiato di dare nell’occhio col risultato di stuzzicare il can che dorme. Ci vuole poco, in verita’, a tenere un profilo basso. Se ne vale la pena, e’ una reazione del tutto naturale, istintiva, autoconservativa. Strano che Mussoloni, con quello che si dice esserci in gioco nel suo caso, non riesca a farlo quanto me. Curiosa contraddizione. Mah... ci sara’ pure una ragione.
A tal proposito... al ristorante, chiacchierando tra italiani, non si poteva evitare di parlare di lui. A un certo punto ho domandato: “Allora la settimana prossima processano il Berlusca?” “Non la settimana prossima. Il 6 aprile!” sono stato prontamente corretto da piu’ d’uno. L’argomento politico e’ stato poi sfiorato ed archiviato con benvenuta rapidita’ il che ci ha lasciato un sacco di tempo per parlare d’altro. Questo perche’ io seguo un centinaio di blog (un’occhiata al blogroll per vederne una selezione) e pubblico TNEPD che tratta, tra gli altri argomenti, proprio di politica italiana Mentre gli amici con cui parlavo ieri, persone piacevolissime che conosco da anni, non hanno questa ‘chance’ e si informano per altre vie piu’ ‘tradizionali’: in TV con gli shorts sull’Italia di Euronews e sul web leggendo saltuariamente la versione on line del quotidiano locale della loro citta’ d’origine. Da quei canali esce una litania: “Bunga Bunga, 6 aprile, mignotte, pedofilo, tribunale, Bunga Bunga, 6 aprile, mignotte, pedofilo, tribunale, Bunga Bunga, 6 aprile, mignotte, pedofilo, tribunale...” e null’altro.
Tutto vero? Parrebbe di si’. Il problema e’ che di solito da quei canali non esce mai la verita’, o meglio, esce sempre il messaggio utile alla regia. Quella attuale non mi pare la congiuntura ideale per fare eccezioni, tutt’altro, percio’ vien da supporre che la regia sia particolarmente attenta a veicolare il ‘giusto’ messaggio. Il martello picchia forsennatamente sullo stesso chiodo e raggiunge le piu’ meridionali soglie planetarie di civilizzazione. Pare proprio che che ai piani alti ci vogliano vedere incazzati, pare che facciano di tutto per caricarci come molle, pare proprio che ci vogliano per la strada a manifestare e che lo si debba fare il 6 aprile 2011. Ci sara’ pure una ragione.

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