Fotografia di Sara Ottanà
“Questo articolo è dedicato alla memoria di Julien Guerrera
1986-2014
Istruttore Hakko Den Shin Ryu jujutsu-Genova
Sandan Hakko Den Shin Ryu.
Ciao Juli, un ultimo rei!”
Oggi, in occasione del mio 33° compleanno, mio voglio scoprire insieme a te gli stimoli o input che fanno di una persona comune un praticante di Budo e un ricercatore del miglior modo di vivere la propria vita.
Secondo me vi sono 6 punti essenziali che servono a una persona che si avvicina alle arti marziali per percorrere in maniera ottimale la Via del Budo e che, se osservati, potranno aiutarlo anche nelle attività della realtà quotidiana.
Da qualche parte bisogna pur partire per entrare nel mondo del Budo e cominciare la nostra vita marziale. Cosa ci spinge a farlo, come lo facciamo e cosa ci aiuta a farlo ho cercato di descriverlo qui. Questi stimoli puoi usarli nella vita di tutti i giorni. Io lo faccio e ne traggo costante beneficio. È un buon modo, secondo me, di migliorare la tua costante ricerca nella Via delle arti marziali. E cosa è il Budo se non un percorso per migliorare se stessi nella vita di tutti i giorni?
#1 - Consapevolezza
La consapevolezza a mio parere è il primo requisito che devi avere quando varchi la soglia di un dojo. Oggigiorno chiunque, con una semplice connessione internet, può capire se le arti marziali gli piacciono a livello epidermico e se quello stimolo si tramuta in una ricerca di un dojo più o meno vicino a casa. Qui scatta la prima consapevolezza: “Vado in un dojo perché voglio toccare con mano ciò che mi ha colpito visivamente”. Dopo la prima prova in cui tutti (te lo dico per esperienza personale) ci siamo sentiti come una sedia e un tavolino in mezzo a un prato… avremo la consapevolezza interiore se quello che facciamo soddisfa il nostro bisogno, quello che ci ha fatto uscire di casa e fare quella lezione per un paio d’ore. Se continueremo ad andare al dojo prendendo sempre più confidenza con i compagni, il maestro, le tecniche e i principi, la nostra consapevolezza sarà sempre più salda… e quella “vocina” dentro di noi dirà che tutto è in regola e a livello inconscio sapremo di fare in quel momento ciò che è giusto per noi!
Ricorda però, la consapevolezza non è solo a livello interiore ma anche a livello di gruppo. Bisogna essere consapevoli che quello che facciamo - arti marziali – è solitamente una cosa a due, se non più persone. Quando entriamo al dojo dobbiamo essere consapevoli che stiamo per praticare con qualcuno, che ci dedicherà del tempo e si aspetta altrettanto da noi, quindi dobbiamo ripagarlo dando il massimo! Però se la nostra testa o il nostro cuore sono altrove possiamo subito rimediare, in due differenti modi:
- Cercare di superare questo ostacolo e dare il massimo
- Tornare a casa
Il mio consiglio è ovviamente quello di provare la prima alternativa. Pensa al tuo insegnante che è lì pronto a seguirti e a donare il suo sapere per il semplice gusto di farlo. Se entri al dojo e hai mente e cuore altrove penalizzi anche il tuo compagno, sia che tu faccia da tori sia che tu faccia da uke. Quindi perché rovinargli la pratica?
Tornare a casa sarebbe facile e, non ti nascondo, che qualche volta l’ho fatto pure io. Ed è proprio perché l’ho fatto che ti posso dire in tutta sincerità che non è la cosa giusta da fare. Il giorno dopo me ne sono subito pentito. Certo poi ho dato il 110% ma ormai avevo perso quel momento che magari mi avrebbe potuto aprire la mente su nuovi orizzonti o semplicemente mi avrebbe fatto capire dei miei limiti e avrei potuto lavorare per superarli.
Chissà se quell’impegno mi avrebbe riportato al “qui ed ora” facendo tornare sulla retta via mente e cuore. Come vedi la consapevolezza è determinante nel Budo… quanto nella vita di tutti i giorni.
Sii sempre consapevole di quello che fai
#2 – Sincerità
Per parlare di sincerità ci vorrebbe un ebook di almeno 100 pagine… ma cercherò di limitarmi non ti preoccupare!
Cosa vuol dire essere sinceri? Non dire mai bugie. Quindi, per quanto sgradevole, significa dire sempre la verità. La prima persona con cui bisogna essere sinceri sei proprio tu. Se non sei sincero con te stesso come puoi pensare di essere sincero con gli altri?
Dal punto di vista marziale essere sinceri è molto importanti e stabilisce la divisione tra un buon praticante e uno pessimo. La sincerità che serve maggiormente è l’ammissione dell’incomprensione di spiegazioni tecniche o filosofiche. Il silenzio “perché altrimenti faccio un brutta figura se non ho capito” non serve a te e nemmeno al resto del dojo. Ogni volta che qualcosa non ti è chiaro, sii sincero con te stesso e chiedi… è più facile di quanto credi!
Un altro tipo di sincerità è quella corporale, un concetto facile da spiegare. Quando ad esempio attacchi tori afferrandolo non farlo con scarsa energia (non ho detto forza), non fermarti a pochi millimetri dal compagno che si deve difendere altrimenti interrompi l’energia e il lavoro che ne segue risulterà falsato.
Stessa cosa quando rivesti tu il ruolo di tori, per esempio in una presa ai polsi da dietro (in Aikido “ushiro ryo-katate-dori”). Dopo essere stato afferrato il movimento iniziale è quello di mandare in avanti e leggermente verso l’alto le braccia per poter eseguire una qualsivoglia tecnica senza che l’uke stacchi le mani dai tuoi polsi. Se l’uke viene portato a staccare le sue mani la relazione che intercorre tra i due praticanti finisce, le energie si disperdono e la sincerità della tecnica iniziale che avevi in mente di fare svanisce. Uke a sua volta deve cercare di tenere il più possibile proprio per essere sincero con la presa su tori. Quindi come vedi la sincerità corporale è importante quanto quella morale.
Sii sempre sincero
#3 - Avere Voglia
La voglia è sempre importante per un praticante di arti marziali come te e me. La voglia è una spinta importantissima che ti fa praticare le intensissime ore passate sul tatami, che ti fa fare enormi sacrifici per arrivare agli stage a passare altre ore ad ascoltare e praticare il Budo.
La voglia è qualcosa che ti aiuta nella pratica quotidiana e ti stimola nello scoprire sempre ogni cosa, ogni particolare e ti sprona a migliorarti ogni giorno. Ma stai attento a non mettere troppa voglia altrimenti la sete di conoscenza può produrre 2 effetti deleteri.
Il primo è quello di perdere attenzione su quello che si sta facendo pensando di saperlo e il secondo effetto è quello di riempire in troppo poco tempo il cervello con troppe informazioni che poi si accavallano, si scontrano, si mischiano e alla fine la tua pratica ne risentirà. Un sistema per evitare questo è dato dal tuo Maestro che pianta un seme alla volta, lo fa germogliare e aspetta che sia tu a capire cosa nasce dalla tua pratica.
Sii sempre voglioso ma con parsimonia
Ci vediamo tra 7 giorni esatti, con gli altri 3 “buoni stimoli” per praticare Budo. Lascia un commento qui sotto e dimmi cosa ti è piaciuto (o non piaciuto) di questi primi tre. Grazie!
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