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6 gennaio 1910: Giovani veterani all’opera

Creato il 30 dicembre 2014 da Calcioromantico @CalcioRomantico
Domenico Durante, nel 1901

Domenico Durante, nel 1901

“Fino ad ora vi erano solo i giuocatori di football professionisti, oggi invece debutterà la categoria dei professionisti… improvvisati footballer”. Introdotta così, la partita che va in scena al campo Principe di Napoli di Vercelli il 6 gennaio 1910 sembra l’antenata di tutte le partite amatoriali che molta gente si concede nel corso della propria giovinezza e, sempre meno, con il passare degli anni. Il cronista de La Stampa rincara la dose, domandandosi se “quest’accolita di professori, ingegneri, avvocati” sia ancora in grado di sostenere 90 minuti “di un giuoco faticoso come è quello del calcio”.
La chiave sta, però, tutta in quell’avverbio, ‘ancora’. È riferito forse all’età che avanza, visto che la sfida vede contrapposti i vecchi soci fondatori della Juventus e i soci anziani della Pro Vercelli, ma mette in luce un passato di alcuni dei partecipanti che giudicheremmo insospettabile viste le premesse: il pittore Durante, gli ingegneri Malvano e Varetti solo alcuni anni addietro si sono fregiati del titolo nazionale con la maglia della Juventus. Adesso che il terreno di gioco non li vede più protagonisti, sono dunque ritornati a essere un tutt’uno con la loro fonte di guadagno, con il ruolo assegnato loro dalla società civile, con l’attività che non hanno abbandonato anche quando giocavano ogni domenica.

Di professionismo nel calcio nel 1910 non si può, dunque, parlare, di calciatori “veterani” invece sì. Ed ecco che la partita tra i soci di Juventus e Pro Vercelli assume una dimensione diversa: in campo, qualcosa a metà tra artisti contro cantanti e vecchie glorie a confronto; ai margini del campo un continuo terzo tempo  stile rugby . L’avvocato Bozino, presidente della Pro Vercelli, offre lo champagne d’onore già nell’intervallo e dona distintivi della sua società agli avversari e al ragionier Bosisio, numero uno della FIGC che evidentemente non ha voluto mancare all’evento. Poi a fine partita c’è un “pranzo luculliano” aperto ai soci delle due squadre e pagato sempre dai vercellesi. A questo punto i torinesi vogliono “contraccambiare (in parte solo però) la cortesia, offrendo lo champagne d’addio” e poi tutti alla stazione in allegria.
Una giornata di sport che racconta di un calcio povero ma giocato da ricchi, un calcio che preferisce ancora organizzare rimpatriate autoreferenziali e non ipocriti match di beneficenza atti ad alzare la rendita del proprio brand.
A proposito, la partita finisce 5-0 per gli ospiti e neanche capitan Bertinetti, scudettato con la Pro nel 1908, riesce a incidere. Però,  “durante la gara è regnata la più simpatica cordialità di una simpatia squisita”.

federico

I virgolettati sono estratti da La Stampa del 6 e del 7 gennaio 1910


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