Il 6 novembre 1994 è una giornata tragica per tutto il Nord Italia e per il Piemonte in particolare. La pioggia incessante e la conseguente esondazione del Tanaro lasciano sul terreno una settantina di morti, la rabbia per l’evitabilità della sciagura e i soliti “Mai più!” urlati da più parti.
Il 6 novembre, però, è anche domenica, ovvero pallone. La Prefettura di Torino ha deciso di rinviare il derby della Mole per maltempo, ancor prima che la gravità della situazione sia chiara a tutti. In molti altri campi di A, da Reggio Emilia a Cremona, da San Siro a Genova piove tanto, ma si va tutti in campo, regolarmente. All’Euganeo, dove sono di scena il Padova di Alexi Lalas e il Brescia destinato a segnare il record negativo di punti per la A, la situazione è veramente farsesca. I giocatori scendono in campo, l’inesperto arbitro Franceschini di Bari (alla quarta presenza in massima serie) fischia e poi si prova a far rotolare la palla nel pantano.
Qualcuno sospetta che il motivo reale non sia l’amore per la pallanuoto da parte del fischietto pugliese, ma pressioni dall’alto in ottica Totocalcio.[1]
Un gol che andrebbe rivisto spesso, se non fosse legato, anche se indirettamente, alla tragica alluvione del Tanaro.
federico
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[1] Nella schedina quel giorno, oltre Torino-Juventus, è inserita Alessandria-Bologna, ma la situazione nella città piemontese è disperata e la partita del Moccagatta è l’ultima delle preoccupazioni. Il rinvio di Padova-Brescia farebbe a scendere a 10 le partite utili in schedina, con il rischio di invalidare il concorso, secondo alcune voci.
In un articolo apparso sulla Stampa dell’8/11/1994 un portavoce del CONI specifica in realtà che le giocate verrebbero pagate sempre e comunque, anche se le partite utili fossero 7, 8 o 10
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