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Report a cura di Francesca Flati
Articolo già apparso sul portale Rome by Wild:http://www.romebywild.it/https://www.facebook.com/romebywild
#1 - Comporre buona musicaE’ chiaro che la tecnica serve ed è anzi necessaria. E’ altrettanto vero però che da sola non basta. Si può imparare quasi tutto e si può avere un gran talento, ma anche di talentuosi ormai è pieno il mondo. Quello che manca è l’impatto emotivo, quel quid indescrivibile che fa scegliere un artista piuttosto che un altro. Non che sia uguale per tutti o che necessariamente faccia preferire il più meritevole, ma a parità di livello è l’unico vero appeal di un musicista, (e di una band). La composizione resta il fulcro fondamentale, la base su cui poggia tutto. #2 - Sapersi vendere In teoria non sarebbe compito della band, i musicisti professionisti infatti si affidano ad altri professionisti del mestiere. Persone che hanno fatto della comunicazione il loro lavoro; manager in grado di prendere contatti, organizzare tour e concerti; fotografi che curano l’immagine stampata della band; etichette discografiche in grado di distribuire musica e così via. E agenzie, (come la stessa Rock by Wild), che si occupano dell’intero pacchetto. Chiaro che tutto questo ha un costo e, quando più si vuole salire, tanto più aumenta il prezzo. A torto o a ragione, sono quindi in tanti a cercare di fare da soli. L’importante resta comunque il sapere cosa, a chi e come vendere. #3 - Conquistare il palcoUna volta ottenute le date live bisogna conquistare il pubblico sotto palco. Coinvolgerlo e farlo diventare parte dello spettacolo. E’ proprio su questo punto che molti si fermano. Saper stare sul palco è quasi una dote innata. Difficile riuscire ad imparare, non impossibile comunque. Soprattutto in caso di aperture ad artisti importanti. E’ vero che si raggiunge più audience, è anche vero che quelle persone difficilmente saranno interessate alle band di apertura, soprattutto in questo caso, quindi, suonare e farsi conoscere diventa inutile se non si lascia qualcosa al pubblico. Tanto più se si è trattato di un pay to play, dove si andrebbe necessariamente a saldo negativo. Diventa quindi importantissimo trasportare il pubblico in uno spettacolo inaspettato che riesca ad accendere la voglia di tornare a casa e iniziare a seguire quella band.
#4 - Mantenere alta l’attenzioneQuando una band si è fatta conoscere ha creato delle aspettative. Il gioco sarebbe quello di mantenere i propri fan e conquistarne degli altri. Ovviamente la prova del tempo fa capire chi davvero ha le carte per arrivare e chi no. Bisogna avere costanza, stare al passo con i tempi, capire in che direzione vanno le preferenze, trovare il modo di farle proprie, mantenere l’identità musicale, migliorare tecnicamente e sfornare sempre ottima musica. Come dicevo nel punto #1, non basta saper comporre, bisogna essere artisti. E va bene anche non avere fretta, ma nel mondo in cui viviamo la reattività è tutto e la competizione troppo alta per poterla trascurare. Le parole d’ordine sono: motivazione e determinazione. Crederci sempre, ma con la capacità di migliorarsi continuamente.#5 - Avere un buon rapporto con gli altri membri del gruppoCi sono sicuramente casi illustri che smentiscono questa affermazione, ma statisticamente parlando l’armonia all’interno del gruppo è un punto cardine. In ogni attività il team deve andare avanti compatto, condividere le strategie, i successi e i fallimenti. Ciò non significa certo annullare le singole personalità o annichilire opinioni contrastanti, a patto che questi non interferiscano con le relazioni esterne e l’immagine del gruppo. Perché i punti deboli di una squadra emergono subito e quando un elemento stona l’attenzione si rivolge altrove, con conseguente danno per tutta la band. E’ quindi compito di tutti riuscire a mediare tra le singole necessità e quelle del gruppo, mettendo ogni risorsa positiva a disposizione della band.
#6 - Essere riconoscenti verso il proprio pubblicoSembra banale, eppure da quello che vedo/sento, soprattutto quando si parla di band emergenti, si da quasi per scontato il contrario. La band diventa una mantra che tutti devono seguire, a prescindere da quanto ne siano interessati, perché supportare la musica è imprescindibile (a parole). In realtà i primi a dover supportare la musica dovrebbero essere proprio i musicisti. La propria, quella degli altri, le iniziative a tema musicale… tutto quanto ruota intorno al mondo in cui vogliono avere un posto, che non deve mai essere dato per scontato. Un pubblico poco numeroso può diventare velocemente importante se ben motivato e, quale motivazione migliore dell’avere piccoli e grandi riconoscimenti dalla propria band preferita? Riconoscenza che può tradursi in amicizia, eventi speciali, free download, concorsi e quant’altro, libero sfogo alla creatività. L’importante è riuscire a restituire al pubblico un po’ di quell’affetto che il pubblico stesso regala agli artisti.
Ho elencato gli elementi che ritengo cruciali, gli osservati speciali, e ho cercato di evidenziarne i possibili intoppi. Cosa ne pensate? C’è tra questi un nodo che ancora non siete riusciti a sciogliere?