Una cosa del genere non si era mai vista prima nella storia del calcio italiano e ha pochi riscontri nel calcio mondiale: alle 6 del mattino di una domenica di primavera, 60 mila (sessantamila) spettatori si ritrovano a San Siro per cantare e ballare, decretando un'accoglienza trionfale alla Grande Inter, campione d'Europa di ritorno da Madrid. Un'impressionante esplosione di gioia collettiva seguita ai 30 mila interisti sugli spalti del Bernabeu, ai centomila davanti ai maxi-schermi in Piazza Duomo, alle migliaia e migliaia di altri tifosi disseminati ai quattro angoli del Belpaese e del globo, se è vero com'è vero che il delirio ha contagiato anche la Cina, l'Australia e altri angoli del pianeta. I sociologi e i tuttologi in queste ore si stanno sbizzarrendo per spiegare le ragioni di un fenomeno che ha spiazzato molti osservatori e altrettanti ha sorpreso.Dai 45 anni di attesa per riprendersi la Coppa alla saga morattiana di Angelo e Massimo di intrigante valore sentimentale ai parallelismi tecnici fra la Prima e la Seconda Grande Inter, agli accostamenti fra Helenio Herrera e Josè Mourinho le cui lacrime spese a Madrid, abbracciando il figlio Mario junior, hanno reso ancora più palpitante l'addio alla squadra e ai tifosi, in una notte già consegnata alla storia.Nello stesso giorno, a Venaria, in uno scenario fiabesco qual è la sua Reggia, la Nazionale di Lippi si è ritrovata per andare in ritiro al Sestriere prima del viaggio in Sudafrica. Fichi e contestazioni hanno salutato la partenza del pullmann azzurro, ma, contrariamentre ai sospetti dei cortigiani, non si trattava di avanguardie delle legioni cassaniane o balotelliane. Semmai di pacifiche famiglie, comprensibilmente infuriate perchè i campioni del mondo erano così impegnati, ma così impegnati da non accettare di soffermarsi con loro, firmando autografi e lasciandosi fotografare, come avviene anche quando si raduna la nazionale del Liechtenstein, con tutto il rispetto per il Liechtenstein. Che la Federcalcio trascuri le pubbliche relazioni e l'immagine, l'avevamo già notato in occasione della deprimente festa (festa?) per il centesimo compleanno, data all'Arena Civica di Milano il 15 maggio scorso, in un clima anonimo e in assenza sia di Lippi sia della Squadra. A Venaria ne abbiamo avuto la conferma. Dopodichè il ct ha prontamente avvertito che si aspetta il tifo contro perchè questa è l'Italia. Noi che, nonostante la formazione senza talento e senza qualità partorita da Lippi, faremo comunque un tifo d'inferno, inviteremmo il selezionatore medesimo e Abete a domandarsi perchè il gradimento di questa Italia sia come quello di chi ha proposto la legge che mette il bavaglio all'informazione. Andiamo verso lo zero.
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