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63ème Festival de Cannes – jour 9

Creato il 20 maggio 2010 da L'Incertain Regard

63ème Festival de Cannes – jour 9Naomi Watts - Photocall - Fair Game (AFP e Festival di Cannes)

La politica deve invitarsi al cinema ? Si, è l’evidente risposta.
I politici devono invitarsi al dibattito cinematografico ? Perché no, sempre che non lo declinino a tornaconto personale e mantengano chiaro in testa la sua funzione primaria: dare, attraverso la finzione cinematografica ma anche il documentario, una visione personale del mondo e, all’occasione, suscitare il dibattito.
Onorevole che la municipalità di Cannes profitti dell’imminente proiezione di Hors la loi sulla Croisette per rendere omaggio “a tutte le vittime della guerra d’Algeria”. Discutibile se questo atto di memoria alimenti il terreno estremista.
Cannes deve essere, più di di tutti gli altri festival, un luogo di libertà d’espressione e condivisione. E più di tutte le altre la questione franco-algerina ha bisogno di un dibattito sereno per evacuare i suoi vecchi demoni che ancora l’infestano.
Il Festival deve rappresentare una rete di solidarietà per gli artisti che ne sono privati. La prova: quando Jill Jacob invita Jafar Panahi, imprigionato in Iran, a far parte della giuria, interpella direttamente il governo iraniano.
Quando Panahi ha iniziato qualche giorno fa lo sciopero della fame, i registi iraniani presenti a Cannes, Mohsen Makhmalbaf e Bahman Ghobadi, hanno ufficialmente trasmesso la loro inquietudine al responsabile del centro culturale iraniano a Parigi: Abbas Bakhtiari.
Se il messaggio passerà dalla Croisette a Theran, la politica avrà guadagnato in responsabilità.


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