Magazine Opinioni
Ho conosciuto Sergio una mattina di maggio, una di quelle calde mattine di primavera, eravamo in spiaggia Irene ed io, sedute sulla sabbia chiacchieravamo delle mie velleità da scrittrice, quando dall'acqua sbuca fuori una sagoma scura, un uomo alto, stretto in una muta da sub, si avvicina ad Irene, le sorride, lei si alza di scatto e si abbracciano forte. Mentre l'abbraccia, bagnandola tutta, mi guarda. Poi si allontana un po' da lei e viene verso di me, mi tende la mano alla quale mi aggrappo per tirarmi su, si presenta: -Sergio Rosi- sfoggiando un sorriso che un po' mi ricordava quel comico romano Gabriele Cirilli, - Carla Forti - rispondo con un sorriso formale. - Se vi trattenete ancora un po' possiamo prendere un aperitivo insieme, che ne dite?- - OK - risponde Irene - Cambiati che ti aspettiamo!- Mentre si allontanava da noi, si spogliava della muta ed Irene lo guardava allontanarsi. Una ventina di minuti dopo, Sergio ci ha raggiunto assieme a Pietro, un simpatico ragazzo dagli occhi blu. Siamo andati a sederci al tavolo di un bar lì vicino, mentre gli altri chiedevano un caffè, io mi facevo portare un aperitivo leggermente alcolico e Sergio mi seguiva a ruota. Mentre si parlava di noi, dei nostri progetti per le vacanze estive, consumavamo le nostre ordinazioni in un clima gioioso e rilassato. Io sorseggiavo il mio aperitivo allegramente, Pietro ed Irene prendevano in giro un amico comune, Sergio mi guardava con insistenza mentre masticava le patatine che il cameriere aveva poggiato sul tavolo in una ciotolina accanto agli aperitivi. Il modo in cui portava le patatine alla bocca, mentre mi ipnotizzava con i suoi occhi verdastri, lo ricordo ancora bene, come fosse ieri. Si ferma un attimo e mi fa - Perché mi guardi? Cosa pensi? - - Mi piace come mangi, con gusto - avevo risposto, ma avevo omesso un particolare: quello sguardo, quel sorriso sornione, mi avevano già conquistata e più che le patatine sembrava volesse mangiare me! Lo conoscevo da poco più di un'ora e già non mi importava più del suo aspetto, che all'inizio non mi aveva per niente entusiasmata, già mi piaceva! Ci eravamo salutati con tre intensi abbracci ... ma eravamo entrambi già desiderosi d'altro. Dopo quel primo incontro, ho pensato che sarei stata una stupida se avessi perso la testa per uno che viveva così, che si divertiva a corteggiare le donne sole come me. Sergio era come i tipi che io faccio rientrare nella categoria 'animatori dei villaggi', quelli che vivono allegramente, innamorati della vita, ma soprattutto di se stessi, pronti a sedurre le donne sole o semplicemente insoddisfatte. Nonostante questa consapevolezza, quando dopo pochi giorni è arrivata la sua telefonata, non ho esitato ad accettare un invito a cena. Per l'occasione avevo indossato un tubino rosso e dei bellissimi sandali neri alti, lui si era presentato con una camicia bianca su dei morbidi jeans chiari. Non ricordo niente o quasi della cena, ricordo solo i suoi occhi poggiati su di me e la sua bocca, ma ricordo bene il dopocena. Dopo aver finto di cibarci di pesce e di un fresco vino bianco, abbiamo finalmente varcato la soglia di casa sua per soddisfare la nostra curiosità, la fame di noi ... Mentre la porta si chiudeva, mi ha spinta contro la parete bianca del corridoio ed ha cominciato ad annusare il mio collo, con il petto mi schiacciava contro il muro e mentre con una mano mi scostava i capelli dal collo per baciarlo, infilava l'altra tra la parete e la mia schiena, nell'incavo che si crea tra le spalle ed il fondoschiena. Eravamo lì, vogliosi ed impazienti, ma volevamo prolungare il più possibile quei momenti di desiderio intenso. Gli occhi erano gli uni dentro gli altri, le bocche vicine, socchiuse, si sfioravano, ma non si toccavano, i respiri erano sempre più brevi ed il cuore ci batteva a mille. Abbiamo cominciato a baciarci, mentre mi infilava la lingua nella bocca, metteva la mano destra sotto il mio vestito ed io mi lasciavo amare. Ho poggiato le mie mani sul suo petto e l'ho allontanato un po' per sbottonargli la camicia. L'abbiamo fatto lì in piedi, nel corridoio, poi siamo andati sul suo letto e l'abbiamo rifatto ancora. Ci siamo amati con una passione intensa, come se non aspettassimo altro da anni. Ho dormito da lui ed al mattino ci siamo guardati contenti. Con il passare dei giorni, gli incontri si sono intensificati, le telefonate, i messaggi, più ci vedevamo e più ci desideravamo. In quel periodo ero felice, mi sentivo leggera. Una sera poi, dopo essere stati assieme, mi ha detto: 'Se ti avessi incontrata prima, se ...', gli ho appoggiato la mano sulla bocca e non gli ho consentito di finire la frase, gli ho detto: 'Stai zitto, non dire cose troppo belle, non dire niente'. Abbiamo di nuovo fatto l'amore, con la solita passione, ma anche con una tenerezza, con una complicità che è propria di chi si ama. Quella volta, mentre i nostri corpi si muovevano in una danza perfetta, ripeteva il mio nome più volte ... Dopo quella sera non l'ho più visto. Sì, sembra incredibile, ma Sergio è scomparso. Non ha più risposto al telefono, ai messaggi, ed anche al citofono. Avrei voluto aspettarlo sotto casa, ma mi sembrava una follia, che cosa stava succedendo? Gli ho inviato degli sms prima carini, scherzosi, poi pietosi, gli ho scritto che non meritavo quel trattamento, che avevo diritto ad una spiegazione. Sono arrivata a chiedere di lui ai suoi amici, mi hanno detto che continuava a fare la sua vita di sempre, a ridere e scherzare con tutti, a fare l'animatore del villaggio, insomma. Oggi, a distanza di qualche anno, l'ho rivisto, era in compagnia di una donna un po' volgarotta, probabilmente una donna insoddisfatta bisognosa di compagnia, erano seduti al tavolo di un bar e bevevano un aperitivo, lui mangiava le patatine, come quel maggio in cui ci eravamo conosciuti, per un attimo si è girato, come se avesse avvertito la presenza del mio sguardo, ma non mi ha visto ed ha continuato a mangiare le sue patatine, ma stavolta di sicuro non avevano lo stesso sapore. Mi sono venute le lacrime agli occhi, ma sono andata via di corsa, verso la mia nuova vita. Mi piace immaginare che sia andata così: che i sentimenti che provava per me erano tanto forti da spaventarlo, che la sua indole da animatore gli ha consigliato di scappare via da me, mi piace pensarla così per non impazzire ...