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67° Festival del Film Locarno: personale resoconto dei migliori #1
Creato il 17 agosto 2014 da Frankviso1) I film sono nove (sei lungometraggi e tre corti) e verranno suddivisi in quattro post (tre per i lungometraggi e il quarto, per i corti), ognuno dei quali (escluso l'ultimo) varrà come un livello preferenziale. Volendo dunque fare un'ipotetica votazione con un punteggio massimo di cinque, qui si parte dal tre, per poi procedere in crescendo fino ai due film che considero i capolavori assoluti del festival.
2) Per chi vuole approfondire sui film elencati, reindirizzo alle recensioni dell'EdP (basta cliccare sul titolo)
3) Per chi invece, volesse conoscere anche quei film del festival che non hanno superato "l'esame d'ammissione" in questo spazio, può tranquillamente visitare la lista Locarno 2014 (qui) sulla mia pagina Mubi.
Livello 3/5
The Iron Ministry (J.P. Sniadecki) Cina, Stati Uniti, 201482 minuti
Il favorito di Yorick, al sottoscritto purtroppo non ha entusiasmato alla stessa maniera. Ma per lui la new-wave documentaristica cinese è qualcosa di profondamente sentito, ed è naturale, che in codesto territorio ci viaggi alla grande. E di un viaggio (in treno) infatti tratta, The Iron Ministry; in poco più di ottanta minuti, Sniadecki ricompone i tre anni di riprese effettuate sulla più ampia rete ferroviaria cinese. Frammenti storico/politici di una Cina in continuo movimento, rivissuti attraverso le testimonianze della vasta popolazione (in termini di etnia, classe, età, etc.) che quotidianamente coabita gli angusti scompartimenti di quel treno ad alta velocità (già memorabile la frase enunciata da un bambino all'inizio del film: "Passeggeri, attenzione per favore! Il treno si sta muovendo rapidamente, quindi si prega di sporgere il più possibile le mani dai finestrini, così è più facile perderle all'improvviso... E se vi ritrovate con i piedi sopra la testa, siete arrivati all'ultima fermata: il cielo"), mutando in un unico corpo di carne e metallo; sudore e pattume. Incipt da brividi, con l'ipnotico e assordante rumore meccanico che risuona dal nero dello schermo per qualche minuto, finchè l'immagine assume gradualmente la sua forma diramandosi tra le arterie del convoglio.
Lisbon Revisited (Edgar Pèra) Portogallo, 201466 minuti
Anche il psichedelico film del portghese Edgar Pèra può considerarsi un viaggio. Ma in questo caso, un viaggio sinfonico della memoria, riecheggiante le molteplici voci che compongono il pensiero di Fernando Pessoa nell'omonimo poema del 1923. E' un periodo d'avanguardie dove l'Europa, principalmente, sente la necessità di un cinema che possa modificare la consueta visione della realtà; che attraverso l'immagine che ci scorre dinnanzi, si possa leggere una realtà altra. Riformulando quindi in maniera eccelsa quel tipo di cinema (alla Brakhage, per intenderci) che in molti, oggi, sembrano ripercorrere, e optando per un'inversione quasi totale della pellicola in negativo (ma probabilmente, con una calibrazione più equa, il risultato finale poteva essere migliore), Pèra enfatizza questa stupefacente incursione nella capitale portoghese (con i suoi monumenti, i parchi - suggestiva la statua ripresa dal basso - e gli animali che li popolano) avvalendosi di un 3D sfruttato al massimo delle sue potenzialità. Ciò che ne esce è un'autentica esperienza metamorfica; un caleidoscopio di forme e colori vividi dove il paesaggio si trasforma in un organismo liquido che tutto fagocita (noi compresi), animato da pesci che si affastellano boccheggianti alterando la percezione del nostro sguardo, e fiori, piante, le cui foglie ci sovrastano completamente, ponendoci così in ginocchio di fronte a tutta la maestosità di tale creatura.
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