Un film di cui ho sentito parlare per anni, ma che non ho mai visto per vari motivi. Non che non lo volessi vedere, ma è un po’ come Scanners, che sto cercando di recuperare da quando ero un ragazzino, ma che per un motivo o l’altro (visita improvvisa di parenti, temporale e conseguente problema di ricezione…) mi sono perso.
L’Attimo Fuggente[1], tornato alla ribalta purtroppo per la morte di Robin Williams, non ha bisogno di riassunto né che ve lo racconti. Affascinante l’idea di un circolo culturale di poesia in un college, idea che mi è sempre piaciuta ma che non ho mai visto messa in pratica, e ottima la scintilla che lo fa formare: un professore fuori dalle righe e un po’ rivoluzionario, un professore che odia le convenzioni e i dogmi che si tramandano da generazioni.
L’unica cosa che mi ha amareggiato di un film che sarebbe stato perfetto è la brevità. Credo meritasse almeno mezz’ora in più, magari spalmata durante la storia, e che approfondisse meglio certi aspetti. Magari esiste una director’s cut da qualche parte. No? Di sicuro è un prodotto che dovrebbe invogliare a cercare le opere citate (avete detto Walt Whitman?) e considerare un film anche veicolo culturale, per una volta.
[1] Dead Poets Society era perfetto, ma come al solito dobbiamo scegliere un altro titolo…