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7MML coinvolge professionisti dell'immagine e della comunicazione in un viaggio ispirato dal cuore e guidato dal desiderio di conoscere altre realtà, finalizzato all'aiuto umanitario, alla valorizzazione etica ed estetica del viaggiare consapevole, alla sensibilizzazione ecologica nei confronti dell'ambiente.
Le tappe precedenti:
Ora la nuova squadra di avventurieri ha preso in carico i veicoli e l'attrezzature ed è pronta per la traversata dalla Bolivia fino in Argentina. Le offerte raccolte da questa tappa verranno destinate all'organizzazione non governativa di cooperazione internazionale Coopi, che realizza progetti di sostegno a distanza in otto Paesi (Perù, Haiti, Senegal, Sierra Leone, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia e Uganda), assicurando cibo, istruzione, salute e protezione a oltre 2700 bambini. In Perù, inoltre, collabora con cinque centri per offrire assistenza a bambini e bambine in stato di abbandono o la cui famiglia non può garantire le cure necessarie. Alcuni di questi bambini vivono in situazioni di rischio (lavoro minorile, vita di strada, violenza). Altre hanno subito abusi o hanno contratto il virus dell'HIV.
Acquista miglia e partecipa anche tu all'impegno di 7MML! Dal diario di Gabriele Colleoni Quanto vale Potosì Vista in lontananza e dall'alto, con l'incombente Cerro Rico colorato dai minerali che custodiva, una volta, in abbondanza, Potosì può richiamare una di quelle inquietanti città-satelliti che si costruiscono intorno a un grande complesso industriale. Saranno anche le suggestioni storiche a farci ombra, ma quel Cerro Rico è stata davvero la fortuna e la maledizione di una città che a fine Cinquecento, con i suoi oltre 100 mila abitanti, era più popolata e ricca di Parigi e di Londra. Da questa montagna di 4800 metri sono partite migliaia di tonnellate d'argento che fecero ricca e potente la Spagna dei conquistadores, sulle spalle della vita di otto milioni di indios sacrificate e spente in una delle tante "vene aperte d'America". Esaurito l'argento che lungo la "ruta de la plata" veniva portato fino al porto di Buenos Aires, in epoca più recente a Potosì è stata la volta dello stagno. Anche questo da esportare. Ma con la nazionalizzazione delle miniere negli anni Cinquanta, i minatori questa volta si trasformarono in una sorta di orgogliosa elite operaia boliviana. Pronta poi a battersi per salvare le "minas" nel momento in cui il crollo del prezzo internazionale dello stagno significò la catastrofe di un'altra epoca dell'attività mineraria. Oggi la Bolivia guarda altrove, per esempio al litio e all'uranio del Salar de Uyuni, lontano oltre 200 chilometri.
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Intanto, la domenica dei minatori si consuma tra il mercado minero e una piccola fuga a piccoli gruppi verso il centro città. Sul Cerro Rico, chiusi nel loro rugginoso e spettrale silenzio, da anni restano aggrappati, come ogni giorno della settimana, i macchinari e gli edifici abbandonati della Comibol. E pensare che in lingua quechua, Cerro Rico- Sumac Orcko, vorrebbe dire "montagna bella".