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71. lo scrigno

Creato il 24 novembre 2013 da Mavi
Quando vado a cena fuori mi capita spesso di fermarmi ad osservare le persone che occupano i tavoli accanto al mio, talvolta riesco anche ad ascoltarne i dialoghi. Mi bastano pochi minuti per immaginare tutto ciò che c'è dietro quelle parole, quegli sguardi, quelle espressioni. Magari mi sbaglio, ma nella mia testa ho già attribuito un ruolo a ciascuno, ho già assegnato un passato, una storia ad ogni sagoma. L'altra sera, ad esempio, mentre osservavo una coppia un po' tristarella, sorridevo nel vedere una nonna con i suoi nipoti, fantasticavo sul futuro di due amiche, sono stata bruscamente risvegliata dalla voce arrabbiata di un uomo: "Se non finisci il dolce che hai ordinato, sono guai! Poi magari lo mangiamo noi e ingrassiamo!". La frase era rivolta al bambino esile che gli sedeva accanto, avrà avuto poco più di 5 anni, ma la rabbia, era evidente, era tutta per la donna, sicuramente la moglie, che gli era seduta di fronte. La mia interpretazione questa volta era stata di sicuro corretta, visto che nello stesso istante in cui l'uomo urlava, gli occhi della donna si sono bagnati. Dopo pochi minuti lei ha trovato il coraggio di dirgli "non ti piaccio più perché sono ingrassata, vero?", e lui, impietoso, le aveva risposto "A nessun uomo piacciono le donne grasse!". Ecco, adesso avreste dovuto vederli i due ex amanti: lui non bello, in leggero sovrappeso, sguardo corrucciato e severo, lei gradevole, grandi occhi scuri, capelli castani e non so dire se dieci o venti chili di troppo, insomma, come mi piace definire le donne come lei, cicciottella. Sarà per solidarietà femminile, sarà perché anch'io sono in sovrappeso, avrei voluto dare un pugno in faccia a quel miserabile. Era evidente che lui fosse un uomo infelice, insoddisfatto, probabilmente se avesse avuto accanto una donna magra, le avrebbe trovato comunque dei difetti, le avrebbe comunque vomitato addosso il suo malessere. Qui non si tratta di avere colpe o giustificazioni, qui non stiamo parlando di una storia qualunque, qui si parla dell'incapacità dell'essere umano di guardarsi dentro, di capire quali sono i reali motivi che gli procurano questa sensazione di inadeguatezza. Quante volte abbiamo detto cose spiacevoli a qualcuno solo perché non eravamo sereni con noi stessi? Quante volte? Mentre i miei pensieri correvano veloci sui meccanismi che ci inducono ad avere comportamenti offensivi nei confronti delle persone, mi sono rigirata verso la famigliola ed ho sorpreso lei in un bellissimo sorriso rivolto al figlio. Quella donna era uno scrigno, forse un po' grosso, ma dentro aveva un mare di sorrisi, di sguardi intelligenti, di braccia generose da distribuire, forse l'uomo che le era di fronte ne aveva ricevuti già tanti da lei, e magari era stato anche in grado di apprezzarli e di ricambiarli, forse era successo qualcosa tra loro che aveva interrotto lo scambio, forse anche per questo lei era ingrassata. Chissà, so solo che la vita è strana, a volte troppo dura per certe persone. Tempo fa, parlando di una coppia di ciechi, mia figlia Bianca aveva definito il loro "vero amore" perché privo di elementi esteriori. Non lo so, le avevo detto, l'amore è anche fatto di sorrisi, di sguardi, di espressioni ... Ma credo che lei avesse ragione, non si può essere offesi perché si portano addosso dei chili di troppo. non si può. Ed il sorriso, lo ascolti anche in una voce al telefono, l'amore va oltre il colore dei capelli, la lunghezza del naso, la cellulite, l'amore è il desiderio di vedere attraverso lo scrigno, aprendolo con delicatezza ed aiutandolo a custodire con rispetto tutto ciò che contiene.

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