8 milioni di euro in fotocopie

Creato il 07 luglio 2011 da Quattroparole

Qualche politico prova a ridurre gli sprechi. Per il concorso per professori univeristari, la Gelmini ha chiesto ai 25.000 candidati di non usare la carta per  le proprie pubblicazioni (35milioni di pagine, come l’intera biblioteca del Vaticano). Ha chiesto di usare la mail. Apriti cielo. È intervenuto il Consiglio di Stato: “troppo difficile leggere le mail”. E tutta quella carta, che costerà 8.000.000 di euro?

 Ce la prendiamo, troppo spesso, con i privilegi dei politici, con i loro sprechi. Perché sono gli sprechi ad infastidirci maggiormente. Ma non c’è solo il politico sprecone, no, c’è molto altro. Anzi, a volte il politico cerca di ridurre gli sprechi ma intervengono altri “poteri” in grado di bloccare tutto.

Questa è la storia del mega concorso da professore universitario che partirà in ottobre. È un qualcosa di immenso, pensate che ci saranno 25.000 candidati. Sì, venticinquemila. Per loro 180 commissioni e 900 commissari. Numeri davvero impressionanti.

Per partecipare, come è ovvio, bisogna presentare i documenti richiesti. Che, in questo caso, si tratta di almeno dodici pubblicazioni per ogni candidato. Si tratta di tanta carta, addirittura per tutti i candidati si arriverebbero a 35.000.000 di pagine. E pensate che nella sola Biblioteca Vaticana ce ne sono 40 milioni…

Per evitare questo spreco assolutamente intollerabile di carta, il Ministro Gelmini aveva fatto una cosa giustissima: mail certificata e pdf in allegato. La soluzione più semplice, veloce, economia. Bene, brava Ministro. Tutto ok? Neanche per sogno. Perché per fare una cosa del genere, nel nostro Paese, serve il parere (!) del Consiglio di Stato. Che è stato negativo.

Il Consiglio di Stato ha detto no perché “la trasmissione informatica può diventare troppo onerosa e richiedere tempi di confezionamento più lunghi”. Insomma, secondo il Consiglio di Stato si farebbe prima con la carta. È incredibile, ma è questo il parere espresso.

La Gelmini non si è arresa, ha scritto al Consiglio di Stato, specificando che con tutta quella carta, tra fotocopie, carta, raccomandate, e corriere, si aggirerebbe intorno agli 8.000.000 di euro. Non poco, eh. Il Consiglio di Stato, però, se ne frega, e così ha risposto:

 “I risparmi non sembrano così rilevanti a fronte della complicazione che si introduce, pretendendo l’invio delle pubblicazioni esclusivamente in forma telematica”.

Cose da pazzi. Nel 2011, per il Consiglio di Stato la carta è più veloce di una mail. Roba da preistoria. Ma un organo composto da anziani non potrebbe decidere diversamente. Pace, amen.

Scritto da Daw-Blog


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