Chi deciderà anche quest’anno di firmare per la Chiesa cattolica dimostrerà di saper guardare oltre alle menzognere campagne denigratorie che puntualmente -anche su questo!- provengono da ambienti laicisti e valdesi (la Chiesa valdese italiana è purtroppo da anni impegnata in una volgare campagna anticattolica). A tutte le falsità divulgate sull’8×1000 abbiamo già risposto ampiamente in questo articolo: il meccanismo non avvantaggia la Chiesa cattolica ma soltanto l’ente che viene preferito dalla maggioranza dei contribuenti, e tale ente è ogni anno la Chiesa cattolica. Questo nonostante partecipino al meccanismo di ripartizione anche lo Stato, i valdesi, le assemblee di Dio, gli avventisti, gli ebrei, i battisti, i luterani e recentemente anche mormoni, ortodossi, buddhisti e induisti italiani.
La Chiesa cattolica, inoltre, non destina soltanto una piccola parte alla carità, perché sotto la voce “Esigenze di culto della popolazione“ fanno parte interventi per la realizzazione di strutture educative e ricreative per ragazzi, la tutela e conservazione dei beni culturali artistici-ecclesiastici, attività di promozione dell’ecumenismo e della pace, attività per i detenuti, per formazione dei giovani lavoratori, sostegno di associazioni per la promozione delle famiglie ecc. La terza voce, “Sostentamento del clero”, serve invece a mantenere economicamente anche le migliaia di missionari in giro per il mondo, nei posti più poveri e pericolosi, dalle favelas brasiliane ai villaggi africani. Dunque l’investimento nella “carità” non è tutto quello che appare sotto la diretta voce della rendicontazione chiamata “Interventi caritativi”.
In ogni caso su internet è disponibile una fotocronaca in tempo reale, concreta e documentata – con didascalie e possibilità di commenti e domande – dai luoghi delle opere realizzate grazie alle firme. L’autore è Matteo Calabresi, responsabile del Servizio promozione Cei per il sostegno economico alla Chiesa, il quale girerà gli spot 2013. Il suo photoreportage è diffuso da pochi giorni su Facebook, in modalità accessibile anche ai non iscritti al social network. Le immagini arrivano dall’Etiopia, dai centri per l’accesso al microcredito di Merawi (destinatari di 450mila euro) e dal grande ospedale di Wolisso, a 140 chilometri dalla capitale Addis Abeba (5 milioni di euro), avamposto sanitario regionale gestito dal Cuamm, con formazione per medici e infermieri, oltre che reparti ostetricia e pediatria, fondamentali in un Paese dove solo il 10% delle donne partorisce in strutture sanitarie, con rischi di morte e complicanze. Prossime tappe previste, con altri scatti: gli asili per l’infanzia diseredata e i bambini dei campi profughi della guerra con l’Eritrea (65mila euro). Tutte opere create o sostenute dalla Chiesa italiana, grazie ai fondi 8xmille. Sul sito web www.8×1000.it si possono visionare in totale trasparenza l’uso dei fondi ricevuti e la quantità del rendiconto.
Secondo noi destinare l’8×1000 alla Chiesa cattolica è un grande atto di libertà e di responsabilità, ma è anche la scelta più utile ed efficace perché soltanto la Chiesa cattolica e le sue missioni (e non lo Stato e le altre religioni) sono sufficientemente radicate nel territorio internazionale e possono così intervenire in modo capillare ed equo, raggiungendo direttamente le realtà più bisognose e meno accessibili.