Excision è un film malato. Ma più che un film, assomiglia alla puntata pilota di una serie teen in cui la protagonista, anziché essere la classica stragnocca di turno, oppure anziché essere la classica nerd di turno, è una psicopatica. Una che sta davvero fuori più di un balcone. O come gli agricolturi quando raccolgono i pomodori pomodori [Articolo 31 cit.]. Una che dopo aver visto questo film, aprirete una petizione online per far tornare legali i trattamenti elettroshock come in American Horror Story. Una che Dexter al confronto è un ragazzo equilibrato e di sani principi morali. Una che sembra uscita da un incrocio tra un episodio di Nip/Tuck e di 90210. E infatti, così è. La protagonista è AnnaLynne McCord, che abbiamo imparato a conoscere nei panni della perfida Eden Lord nella serie creata da Ryan Murphy e che i fan di 90210 (di cui io, attaccato al solo e unico Beverly Hills, quello degli anni ’90, non faccio parte) hanno imparato a conoscere come Naomi Clark. La sua trasformazione nella sociopatica Pauline protagonista di questo Excision è davvero sorprendente e impressionante. E mette pure una certa paura.
"Perché nessuno mi crede quando dico che sono un sex symbol?"
Cos’ha di tanto pazzesco, questo personaggio? Lascio a voi il piacere perverso di scoprirlo, attraverso la pellicola d’esordio del promettente Richard Bates Jr., che usa un’estetica patinata e glamour per presentarci una vicenda disturbante. Una scelta analoga a quella di God Bless America, a indicare forse una nuova curiosa direzione del cinema indie americano. Servire in tavola un piatto dalla confezione graziosa ed esteticamente impeccabile, come fosse una serie tv per tutta la famiglia, riempiendolo però di veleno. La scelta del cast sembra procedere nella stessa direzione, con una selezioni di volti telefilmici familiari inseriti in un contesto parecchio più straniante rispetto a quello consueto. Come in Le regole dell’attrazione, dove James Van Der Beek, il sognatore Dawson di Dawson’s Creek diventava il vampiro emotivo Sean Bateman e Jessica Biel, la timorata di Dio baskettara figlia del reverendo Camden di Settimo Cielo, diventava la più grande zoccola del campus del film. In Excision a subire questa trasformazione, questo extreme makeover, è la sopracitata ottima Annalynne McCord, trasformata da vamp modaiola e superficiale di 90210 a schizzata terminale in una sola mossa.Ma nel resto del cast troviamo anche Roger Bart, visto in Desperate Housewives, Matthew Gray Gubler, il nerd ma non troppo di Criminal Minds, e la giovane Ariel Winter di Modern Family. Oltre a Traci Lords, quella Traci Lords, l’ex pornostar qui ironia della sorte alle prese con il ruolo della madre precisina e bigotta della protagonista. Insieme a loro anche qualche volto già di suo parecchio angosciante come Ray Wise, il padre di Laura Palmer in Twin Peaks, Malcolm McDowell, ovvero il drugo Alex di Arancia Meccanica (personaggio a cui sempre e per sempre suo malgrado verrà associato) e poi pure il regista John Waters, uno che c’ha ‘na faccia davvero da paura. Dai film del re dei freaks John Waters, Excision sembra aver tratto un uguale senso del grottesco, però in questo caso il tutto è virato più verso la dimensione dell'orrore. L’orrore non tanto in senso di pellicola horror, quanto proprio di disgusto e di senso di repulsione. Come un Lucky McKee, regista di The Woman e May, solo dotato di un gusto estetico più pulito e patinato, ma non per questo meno inquietante.
Pregio e limite del film, presentato al Sundance Festival 2012, è proprio questo. Da una parte, per fortuna non si cede a un improbabile lieto fine hollywoodiano, e ciò è bene. Dall’altra parte resta comunque in mente una certa impressione. Quale?
Quella che Excision voglia shockare a tutti i costi lo spettatore. A tratti si ha allora l’impressione di trovarsi di fronte a un’operazione provocatoria un po’ fine a se stessa. Per il resto, si ride. Perché sì, anche i film angoscianti, deviati e inquietanti possono far ridere e questo è uno di quei (rari) casi. Se non scatta la laurea con lode, arriva comunque una promozione più che piena per un regista esordiente totale da tenere d’occhio, e per una pazzesca (in tutti i sensi) AnnaLynne McCord, protagonista rivelazione di un film estremo, molto estremo. Pure troppo? (voto 7/10)