Si terrà a Verona dal 4 al 7 Settembre 2014 l’Urban Eco Festival, un evento musicale che ha lo scopo di sensibilizzare circa il rispetto dell’ambiente e la scelta di politiche e operato ecosostenibili. Un evento cui, tra gli altri, dovevano partecipare i 99 Posse, gruppo napoletano e comunista, e che ha il patrocinio del comune di Verona, guidato dalla Lega Nord con il sindaco Flavio Tosi.
Proprio questa situazione ha suscitato le lamentele di Fabio Venturi uomo molto vicino a Tosi ed ex vicepresidente alla provincia di Verona, carica da cui è stato sospeso dopo una condanna in primo grado a 16 mesi di reclusione, per rivelazione di segreti d’ufficio:
“Quando ero in Provincia ho sempre sponsorizzato questo bellissimo Festival. Ma proprio per quello che i 99 Posse rappresentano, ho detto agli organizzatori che il loro nome andava comunicato e condiviso prima, con chi dava il patrocinio: non mi sembra il caso di contrapporre due mondi politici in questo momento e probabilmente la scelta migliore sarebbe annullare la data”. (Corriere Veneto).
A queste dichiarazioni sono seguite quella di Forza Nuova, partito di ispirazione fascista, facendo sapere che avrebbe partecipato al festival assieme a militanti e simpatizzanti: una chiara provocazione, la minaccia di violenti scontri, ancora una volta, tra rossi e neri. Anche la Rete si è divisa, con (neo)fascisti e comunisti si insultano e provocano a vicenda. I 99 Posse, invece, attraverso Twitter hanno scritto: “A quanto pare a Verona se sei comunista e napoletano non puoi suonare, se sei fascista diventi presidente di una municipalizzata”. In ogni caso, la formazione napoletana sta ancora decidendo sul da farsi.
La perplessità che sorge a me, però, è un’altra. Noto è l’impegno dei 99 Posse nel sociale, nella difesa del territorio, nella difesa del Sud, e parecchie volte hanno denunciato situazioni e soprusi, dunque mi stupisco della loro volontà di partecipare all’evento di Verona, che ha l’Enel tra i suoi sponsor, società che con le sue centrali avvelena l’ambiente e vuole continuare a farlo, premendo per le trivellazioni alla ricerca del petrolio nel Mar Jonio, a poche miglia dalle coste, e in Irpinia, fregandosene degli acquedotti e del pericolo sismico. In Basilicata ciò sta già avvenendo ad opera di Eni, che si sta arricchendo sulla salute dei Lucani, tra i quali sono aumentate di parecchio le diagnosi di cancro (maggiori informazioni si possono avere cliccando qui).