16 marzo 1978: i brigatisti rossi assalivano Aldo Moro e la sua scorta
Erano le 9.02 di mattina quando 19 brigatisti rapirono il Presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, e ne uccisero l’intera scorta.
Furono cinque le vittime dell’agguato: il Maresciallo dei Carabinieri Oreste Leonardi, l’appuntato Domenico Ricci, il Brigadiere Francesco Zizzi, l’agente Raffaele Jozzino e l’agente Giuliano Rivera. E da quel giorno iniziarono i 55 giorni di sequestro dell’onorevole Aldo Moro, il cui corpo venne trovato senza vita, il 9 maggio 1978, nel bagagliaio di una Renault in via Caetani, a Roma.
Quella mattina era previsto il voto di fiducia per il quarto governo presieduto da Andreotti: per la prima volta il PCI (Partito Comunista Italiano), avrebbe concorso direttamente alla maggioranza parlamentare per il nuovo esecutivo. Aldo Moro aveva svolto un ruolo chiave nella vicenda: era stato lui ad occuparsi della difficile manovra politica quale presidente del partito italiano a maggioranza relativa.
La magistratura è ancora al lavoro per trovare i responsabili dell’eccidio di trentotto anni fa: il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta Giuseppe Fioroni, crede nella possibilità di risalire alle identità dei colpevoli tramite quei 39 mozziconi di sigaretta ritrovati nell’automobile che aveva fermato l’auto che trasportava Moro. Ai carabinieri del Ris, in una relazione presentata recentemente da Fioroni in Parlamento, è stata richiesta “L’estrazione di profili genetici da reperti rinvenuti nel covo di via Gradoli, nella Fiat 128 con targa diplomatica usata per l’agguato in via Fani e nella Renault 4 nella quale venne ritrovato il corpo di Aldo Moro, come pure dagli abiti da lui indossati”. Lo scopo è di capire se quel giorno Mario Moretti fosse solo nella Fiat 128 o ci fosse qualcuno con lui, cosa che l’ex terrorista ha da sempre negato. Nella relazione si legge anche che “All’esito degli accertamenti condotti sono stati isolati otto profili Dna, tutti rinvenuti sulle sigarette. Si procederà ora ad ulteriori attività dirette: a circoscrivere l’ambito delle comparazioni da eseguire e a comparare i profili genetici identificati con quelli dei brigatisti per i quali è già stata accertata la partecipazione all’eccidio”. Un ulteriore contributo alle indagini potrebbe essere dato dai responsabili dell’agguato che hanno già confessato le loro colpe e potrebbero aggiungere particolari non ancora noti.
Oggi il presidente del senato Pietro Grasso e la vicepresidente della Camera Marina Sereni hanno deposto due corone d’alloro in omaggio ad Aldo Moro e alla sua scorta.
CM