Cadon le foglie come farfalle:
ve n’è di rosse, ve n’è di gialle,
volteggiano un momento,
e partono col vento.
E la povera pianta là, nell’aria,
rabbrividisce, nuda e solitaria.
Questa è la poesia che recitai per il mio primo esame a scuola: esame di primina, a 5 anni.
Si, ho fatto la prima elementare a 5 anni, compiuti a giugno, e ricordo perfettamente il mio primo giorno di scuola.
Accompagnata fino in classe da mia madre, la maestra mi fece sedere accanto a una bambina, anche lei di 5 anni e ancora oggi una delle mie più care amiche. Era il 1983.
Non credo di aver fatto la primina perché considerata una "genia". Se chiedete a mia madre lei risponde che all'asilo mi annoiavo molto: mi ritirarono perché appunto non ci andavo volentieri.
In quegli anni c'era la possibilità di una prima elementare come "
uditore" (non so se si possa fare anche oggi onestamente, comunque in Sicilia allora si poteva), cioè far parte a tutti gli effetti della classe prima elementare, seguire le lezioni e alla fine dell'anno sostenere un esame per passare in seconda. Non ero l'unica uditore in classe. Era una cosa normale. Hanno fatto la prima elementare a 5 anni anche mio fratello e mia sorella, anche loro non erano geni ma bambini dalle potenzialità normali, come tutti.Come mia figlia oggi 4enne, sapevo già scrivere il mio nome, leggere le letterine, contare...ma niente di più. Amavo giocare come lei e in più avevo un fratellino nato da poco.
Scrivo questo post, quindi, perché ho vissuto l'esperienza e sento di poter dire la mia con cognizione di causa.
Non sono contraria all'inizio della scuola elementare in anticipo.Come potrei esserlo, avendo vissuto un'esperienza per me positiva?
Aver iniziato prima mi ha dato il vantaggio di un anno per es. all'Università. Non ho però mai potuto firmare le giustificazioni al Liceo, perché ho compiuto i fatidici 18 anni in tempo di esami di maturità. Che sfiga eh!??
Ricordo bene i miei anni trascorsi a scuola elementare (tanto da ricordare ancora la poesia del mio primo esame).
Posso affermare con certezza che non ho mai vissuto momenti di inadeguatezza o particolare stanchezza. La vivevo con normalità. Era normale appunto. Non ho mai pianto e non mi sono mai addormentata sul banco, anche se la maestra prima del suono della campanella, messi apposto i libri in cartella, ci faceva stare calmi "a braccia conserte" (se lo faccio oggi in ufficio mi addormento sicuro!!!).Ricordo tanti momenti della scuola elementare, quanto mi piacessero le letture in classe, aspettando il turno per essere chiamata dalla maestra.
Adoravo i dettati e anche le moltiplicazioni, anche se in matematica sono stata sempre negata (per fortuna al classico si facevano solo due ore a settimana!).Ricordo bene anche i momenti di gioco e socializzazione: i bigliettini "Mi vuoi SI NO", il gioco nomi cose e città, il gioco del silenzio o del gesso dentro la mano, le meravigliose feste di carnevale a scuola (tanto che ci siamo tornati anche quando ormai eravamo in prima media) e le incavolature della maestra quando ci beccava con le barbie in cartella.
Ricordo le corse in cortile nelle belle giornate di sole (in Sicilia, quasi sempre) e le gare che facevamo prima del suono della campanella.
Ricordo l'emozione dei primi amori, innocenti ma dal forte batticuore; i diari segreti che scrivevamo io e le mie compagne, inventandoci tante storie.Ricordo me in bagno con le mie compagne a cantare Eros Ramazzotti "E ci seeeiiiii adesso tu!!! o la gara a chi prendeva più Brava e Bravissima, sfogliando le pagine del libro di lettura o il sussidiario.
Ricordo il mio alfabetiere (lo fanno ancora!?), l'odore dei miei libri e le copertine colorate per salvaguardarli. Quanto mi piaceva il portapenne coi colori!!!! La penna cancellabile o quella dai 5 colori!
Ricordo che la maestra a un certo punto si ammalò e non venne più: per me fu un dramma, ricordo ancora la sensazione di vuoto. Qualche anno dopo, ormai alle medie, andammo a trovarla a casa, io e la mia cara amica e compagna di banco. Ricordo i suoi momenti di pausa, sempre in classe, con la maestra della classe accanto, prendendo un caffè, e i suoi commenti entusiasti verso di me. Parlava di me con le amiche! Che gioia sentivo nel cuore! Io ero sempre al primo banco (è stato sempre così fino al liceo!).
Non ricordo gli esami di 5° elementare. Ci credete? Del mio primo esame da cinquenne ricordo persino la classe, del mio esame di quinta elementare il nulla. Vuoto. Non so come mai?...Che strano!
Tutto questo per dire che non ne sono uscita traumatizzata né mi sono sentita di aver perso qualcosa, il famoso anno in più di gioco, né la spensieratezza.
Normalità insomma.Probabilmente, senza fare troppi moralismi o sparare sentenze, era così normale prima poter scegliere di mandare i figli a scuola già a 5 anni che nessuno si poneva il problema, tanto da chiedersi se giusto o sbagliato.
Oggi invece, dopo varie riforme scolastiche (pensate e fatte giustamente da chi di dovere nel corso degli anni), ci poniamo tutti questa domanda, soprattutto dopo l'intervento di questi ultimi giorni del nostro appena eletto presidente Mattarella:<Ma la scuola può fare molto, moltissimo, soprattutto per le famiglie più svantaggiate e i bambini meno fortunati. La scuola è lì per questo. Facciamola allora iniziare un anno prima. Non più a sei, ma a cinque anni. Per tutti...Anticipiamo di un anno l’ingresso nella scuola primaria e daremo un sollievo importante a tutte le strutture e a tutti i soggetti, pubblici e privati, impegnati nella cura e nell'educazione dei bambini da zero a cinque anni, agevolando, così, l’estensione di questi servizi sociali fondamentali,
distribuiti in modo gravemente diseguale da Nord a Sud, a una fascia sempre più ampia della popolazione...>
Siamo diventati genitori più preoccupati rispetto al passato? Più ansiosi? protettivi? O più assennati e consapevoli?
Lo chiedo anche a me stessa perché non so mica se mi sentirei sicura di mandare già a settembre (quest'anno???? oddioooo) mia figlia in prima elementare (compie 5 anni a ottobre).
Non lo so per il semplice fatto che OGGI non è più normale e la società mi spinge a pensarla come una cosa dannosa nei confronti dei bambini ancora bisognosi di giocare e vivere la scuola infanzia fino a 5 anni.
Avevo già avuto modo di riflettere su questo argomento, dopo aver seguito la puntata di Superquark la scorsa estate, su un cambiamento che verrà messo in atto proprio nel 2015 in alcuni cantoni della Svizzera: bambini a scuola già a 4 anni.
Una scelta derivata dalla convinzione che i bambini, già molto piccoli, hanno la capacità di imparare e immagazzinare tantissime cose: soprattutto i primi anni di scuola sono molto importanti e tutti devono avere la possibilità di seguire determinati percorsi educativi, eliminando disparità e fornendo un vantaggio a tutti.
Per gli svizzeri l'educazione scolastica ha un'enorme importanza (ci sono rimasti male per essere stati valutati non benissimo da un'analisi condotta sui rendimenti scolastici di alunni di scuola superiore in tutto il mondo) ma ovviamente le polemiche ci sono state lo stesso.
Sicuramente le polemiche si scateneranno anche in Italia, di fronte alla proposta di Mattarella.
Io però, tra la spiegazione che spinse mia madre a iscrivermi a scuola a 5 anni (perché mi annoiavo all'asilo e secondo lei ero già pronta) e la proposta di Mattarella ("diamo a tutti i bambini sin da piccoli la possibilità di ricevere gli stimoli giusti, utili per il futuro, cercando di eliminare diseguaglianze e ingiustizie") preferisco quella di Mattarella: se si struttura un sistema scolastico adeguato ad accogliere a scuola i bambini già a 5 anni, è giusto che tutti possano usufruirne senza differenze e in egual misura.
Voi cosa ne pensate? avevate già letto questa notizia?
Vivy