Come già anticipato, il film è veramente molto bello nonché elegante, poetico, stiloso e con una fotografia contrastante (freddo-caldo) che toglie il fiato. La trama non è molto originale, siamo difatti di fronte a un film di vendetta abbastanza scontato, ma tutto ciò non è da vedere affatto come una pecca perché da quel che si può percepire sembra che tutto ciò sia voluto. L'idea del film è appunto quella di omaggiare e giocare con il genere noir, in particolare con il polar francese e ancora più in particolare con Melville. I rimandi all'autore de I senza nome sono molteplici, dal tipo di storia alla messa in scena fino alla caratterizzazione del protagonista (il bravissimo Lee Byung-hun che, tra l'altro, mi ha ricordato fisicamente un po' l'Alain Delon di Melville) e degli altri personaggi, tutti molto stereotipati e affettati nei loro rispettivi ruoli. Molto spazio viene dato anche all'ambiente urbano, sempre inquadrato in modalità notturna (o comunque uggiosa) e che diventa personaggio a se stante.
Tutto ciò, e mi riferisco a tutti questi rimandi, non stanno ad indicare una vuotezza oppure una scopiazzatura, perché Jee-woon Kim agisce dovizia e soprattutto con molta personalità, riuscendo a dare alla pellicola una sua unica e ben distinta autorevolezza.
A Bittersweet Life è un film da vedere e da assaporare con gli occhi... il finale è magnifico!
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