Gli organizzatori assicurano: non è una provocazione che l’Expo sia stata fissato sotto Natale. Ma noi, che non siamo islamici e che ci diciamo cristiani, ci chiediamo: è mai possibile che con trecentosessantacinque giorni all’anno, i musulmani dovevano scegliere proprio il periodo in cui si festeggia la nascita di Cristo? Va bene che in nome del politicamente corretto, fra un po’ non dovremo chiamare il Natale, «Natale», ma «Festa delle luci». Va bene che siamo in una democrazia, e che tutti hanno diritto di professare la loro fede e organizzare tutti gli expo che vogliono. Va bene che ci piace tanto riempirci la bocca di multiculturalismo e integrazione. Ma… Ma un po’ di rispetto nei confronti della cultura e della religione del paese ospitante? No, eh?
Niente. Sotto Natale e stop. Non è una provocazione. Certo… A sentire gli organizzatori, l’evento servirà semplicemente per far capire agli islamici qual è la loro situazione come musulmani, come dovrebbero comportarsi, come dovrebbero integrarsi in questa società e quale potrebbe essere il valore aggiunto che dovrebbero portare. Insomma, servirà per spiegare la cultura islamica. Sotto Natale.
Beh, cosa posso dire? Forse che gli islamici avrebbero potuto già mostrare, prima dell’Expo, la loro grande capacità di integrazione, evitando di organizzare l’evento durante una delle più grandi e importanti feste del cristianesimo? Certo che sì! Dopo di che, si sarebbe potuto parlare del resto e organizzare tutte le kermesse che si vogliono, con le solite domande retoriche su quale sia l’apporto positivo di una cultura completamente estranea ai nostri valori nella nostra società.
Credo però che la mia considerazione non sia stata presa in esame. Del resto, gli organizzatori giustificano la decisione «natalizia» con il fatto che si è sotto le feste e che la gente dunque è più disponibile a partecipare. Dico io: se fosse solo questo, allora l’estate sarebbe stata molto meglio. Perché la gente esce di più.
Il vero è che per i fedeli di Maometto, il Natale non ha grande valore religioso. È un evento alla stregua di una «Festa delle luci». Perciò, più che idonea per la loro kermesse, nella città più rossa d’Italia.
A questo punto che i cristiani di Arabia Saudita, Iran, Giordania, Marocco, Libia, Iraq, Pakistan ecc., escano dalla clandestinità e della catacombe e organizzino un Expo cristiano a Medina o a Teheran durante il Ramadan. Vediamo un po’ se gli islamici saranno così entusiasti dell’idea e se la riterranno un affronto alla loro fede religiosa, meritevole di fatwa mortali. Vogliamo scommettere?
Fonte: Il Giornale | Bologna Today | Repubblica
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