“Vivo in Belgio da cinque anni: lavorando come Project Officer nelle istituzioni comunitarie ho potuto crearmi una vita a livelli che in Italia non avrei mai potuto sognare“: è esplicita Stella Biondi, 34 anni, funzionaria europea, nel descrivere le potenzialità che offre una vita all’estero, rispetto all’eterna precarietà che scandisce -da troppi anni- le vite dei giovani connazionali.
Una traiettoria originale, quella che segna la vita di Stella nella Penisola: a differenza della maggioranza dei protagonisti delle nostre puntate, inizia a lavorare praticamente subito, “scalando faticosamente la strada delle amministrazioni italiane“, come ben riassume lei. Si specializza nella gestione di progetti universitari a finanziamento europeo, lavorando come project manager per un importante ateneo d Nord-Est.
Contemporaneamente, e con non pochi sacrifici, decide di proseguire gli studi, laureandosi in Economia e Commercio: la sorpresa, terribile, arriva però nel 2009, quando scopre come per lei le prospettive professionali finiscano lì, a causa -ironia della sorte- delle nuove leggi in materia di stabilizzazione del lavoro precario. Non le basta la laurea triennale per rimanere al lavoro: occorre quella magistrale. Anni e anni di contratti co.co.pro. divengono improvvisamente inutili. Stella resta senza impiego.
La strada della ricerca di un nuovo lavoro la porta inevitabilmente all’estero, non prima di un’ultima esperienza italiana, che la fa sprofondare negli abissi della peggior “tirannia” tricolore: Stella si trova a prestare servizio -gratis- in un altro ente. Quando comunica che se ne sarebbe andata, la dirigente la minaccia: “spero per te che sia vero, perché non lavorerai mai più in questa città se mi lasci ora!”.
Infatti questa eventualità non si ripresenterà: Stella vince un concorso come project manager alla Commissione Europea, e fa le valigie per il Belgio. Nel 2009 trova non solo un’opportunità professionalmente più allettante, ma scopre anche il piacere di poter vivere in modo indipendente.
Piccolo particolare: Stella ha da poco vinto un concorso per funzionari a tempo indeterminato, dopo aver provato per anni a riproporre il suo curriculum vitae in Italia. Ovviamente senza risultato: ora è troppo qualificata, per il nostro mercato del lavoro. Altro piccolo particolare: nata in una famiglia numerosa, il suo “campione statistico” può essere utile a rappresentare la nuova emigrazione professionale. Su sette fratelli, solo tre (!) sono rimasti in Italia. Gli altri quattro, lei compresa, ora lavorano all’estero.
Ospite della puntata è Federica Gramegna, autrice del libro “Prima o poi torno”, il primo a raccontare nel dettaglio l’emigrazione dei giovani professionisti italiani a Bruxelles. “Bruxelles ha permesso a molti giovani di realizzare i propri sogni. Sarebbe difficile ascoltare oggi, in Italia, simili testimonianze“, afferma Federica, lei stessa al lavoro presso il Parlamento Europeo. Con lei andiamo alla scoperta di questo “microcosmo” di giovani espatriati in Europa.
Nella rubrica “Expats” vi spieghiamo come una vecchia associazione di emigrati stia -da qualche anno- aprendosi anche alla nuova emigrazione italiana. Si tratta della Unione Italiani nel Mondo, sempre più attiva nell’assistenza ai giovani che lasciano il Paese per trasferirsi all’estero. Ne parliamo con il presidente Alberto Sera.
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La discussione di novembre: “Di fronte al rischio declino l’Italia rivuole i suoi talenti ora all’estero – o dice di rivolerli. Le mosse degli ultimi due Governi vi convincono? Cosa fare di più? Cosa chiedete -in tre, concreti punti- al sistema-Italia, per tornare?”
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Alla prossima puntata: sabato 30 novembre, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!