Il messaggio che il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato recentemente alle Camere è molto chiamo e conciso: servono amnistia e indulto per combattere il sovraffollamento carceri. In sostanza Napolitano, svegliatosi di buon ora, si è finalmente accorto del dramma che attanaglia i nostri carceri e ha, sempre di buon ora, lanciato uno dei suoi soliti ormai noti moniti. Secondo il nostro Presidente, infatti, per “garantire i diritti elementari dei detenuti” e soprattutto per eseguire la sentenza della Corte di Strasburgo che ha già condannato l’Italia nel gennaio scorso intimando di risolvere la situazione entro il maggio 2014 servono misure straordinarie, come le pene alternative al carcere o come provvedimenti di clemenza, ovvero, l’amnistia e l’indulto. Ma perché proporre proprio in questo momento misure così drastiche? Perché solo ora in nostro Presidente ha sentito il bisogno di affrontare questo argomento? Non associare questi provvedimenti al caso Silvio Berlusconi è ridicolo. Sarebbe da sciocchi! Il nostro Presidente della Repubblica avrà tutte le ragioni di questo mondo a proporre delle possibili, a mio parere affrettate, soluzioni per risolvere il problema ma deve anche tener conto delle possibili ambiguità che queste sue dichiarazioni possono suscitare. È chiarissimo che sotto quel messaggio alle Camere ci sia un “avviso” indirizzato a Berlusconi. A buon intenditore poche parole! Come se non bastasse, proprio per smentire la mia supposizione, in Parlamento, infatti, ci sono già tre disegni di legge, due al Senato e uno alla Camera, che prevedono proprio il salvataggio del leader del PDL attraverso l’utilizzo proprio dell’indulto per cancellare le pene accessorie. Purtroppo però, notizia dell’ultima ora, Giorgio Napolitano è stato smentito dalla Consulta che ha detto esplicitamente “no” al rinvio delle pene riservandosi, “in un eventuale successivo procedimento, di adottare le necessarie decisioni dirette a far cessare l’esecuzione della pena in condizioni contrarie al senso di umanita’”. Insomma, un’ennesimo fiasco del nostro Presidente dopo naturalmente l’ormai già nota presa di posizione da un punto si vista politico e le dichiarazioni contro-M5S. In conclusione. La poltrona di B. si cerca sempre di tenerla più stabile possibile per garantire lunga vita alle larghissime intese, la poltrona di Napolitano traballa sempre di più e l’Italia continua imperterrita, in balia della crisi e della disoccupazione (soprattutto giovanile), a cadere sempre di più in un profondo e oscuro baratro.
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