Casa mia, casa mia
Per piccina che tu sia
Tu mi sembri una badìa!
Sono tornata! E non solo io: al grido di “tutti a casa alè” la nazionale italiana raggiunge i bleus con il peggior risultato dal 1974, fine dei mondiali prima ancora degli ottavi e nessuna vittoria. A casa ci va pure ‘o cittì, Lippi, e non è una sortita gloriosa. I più avveduti avevano visto già nella sua performance a Sanremo con Pupo, sua maestà e il tenore Canonici il canto del cigno dell’étoile della panchina italiana.
A casa – e siamo solo al suo secondo giorno di incarico! – ci resta pure il neoministro al federalismo Aldo Brancher (chi??): il legittimo impedimento gli permette di non presentarsi in tribunale, dove è chiamato a comparire per il processo Antonveneta.
E gli immigrati: rimandiamoli a casa loro. A dirlo per una volta non è un leghista nostrano, ma gli abitanti del Canton Ticino. E parlano – indovinate? – di noi. Degli italiani. C’è la crisi, e i 40mila transfrontalieri, quelli che dalla Lombardia ogni giorno vanno a lavorare in Svizzera accettando paghe più basse, danno fastidio. E’ il contenuto di un’interrogazione parlamentare presentata ieri non dalla “Lega dei Ticinesi” ma dai socialisti elvetici. Dopo la Slovacchia vogliono mandarci a casa proprio tutti.