A fare da cornice al Festival Franciacorta è stato il Castel dell’Ovo, lunedì 13 ottobre, per l’appuntamento campano, tornato dopo dieci anni in città e dedicato al metodo classico italiano prodotto nel cuore della Lombardia.
Nel territorio del Franciacorta si producono grandi vini fin dal sedicesimo secolo e uno studio effettuato sul Catasto Napoleonico del 1809 certifica l’esistenza di quasi mille ettari vitati ben superiori alle necessità dei quarantamila abitanti.
La sua storia moderna comincia nel 1961, con 11 produttori, 29 ettari di vigneto e una produzione di duemila ettolitri di Pinot. Il Consorzio per la tutela del Franciacorta (www.franciacorta.net), che ha programmato il Festival, è l’organismo che garantisce e controlla il rispetto della disciplina di produzione del primo vino italiano prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia che ha ottenuto nel 1995 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
Il Consorzio, che conta attualmente 200 soci tra viticoltori, vinificatori, imbottigliatori, interessati alla filiera produttiva, nasce nel 1990 a Corte Franca con lo scopo di garantire e controllare il rispetto della disciplina di produzione del vino Franciacorta. Oggi la sua sede è a Erbusco e ad identificare questo vino è il solo nome della regione geografica di appartenenza “Franciacorta”, dove crescono le sue vigne Chardonnay, Pinot nero e Pinot Bianco.
In tutta Europa solo 10 denominazioni godono di tale privilegio e di queste solo tre vengono realizzate con la rifermentazione in bottiglia: Cava, Champagne e Franciacorta. Le cantine storiche, producono le diverse tipologie di Franciacorta (non millesimato, millesimato, Rosé, Satèn, Riserva) accanto ai vini fermi. Ventisei cantine hanno fatto degustare, attraverso i banchi di assaggio, i loro prodotti grazie alla professionalità dei sommelier dell’AIS della Campania.
Tra le cantine presenti a Napoli: Antica Fratta con il sommelier dell’AIS di Napoli, Manuela Papaccio; Barone Pizzini con il sommelier beneventano, Paola Giordano; Ca’ del Bosco, azienda di Maurizio Zanella, che è anche Presidente del Consorzio, che non a caso ha come leit motiv “dove il vino diventa arte”; Uberti, eredi di una dinastia di viticoltori che vede attualmente proprietari Agostino ed Eleonora Uberti (al banco d’ assaggio c’era il sommelier dell’AIS di Napoli, Vincenzo Bianco, che si distingue per la sua professionalità e signorilità in ogni evento di rilievo), Villa Franciacorta.
I produttori hanno guidato con la collaborazione dei sommelier i visitatori alla scoperta di questi vini di eccellenza e del suo territorio. Nella giornata dedicata al Festival, a cui ha partecipato anche in veste privata il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, si sono svolti due seminari: “Franciacorta: il valore del tempo.Le grandi riserve”, curato da Silvano Brescianini, Vice Presidente del Consorzio Franciacorta e Maria Sarnataro, Vice Presidente AIS Campania e “Franciacorta per tutti i gusti, alla scoperta delle tipologie”, tenuto da Franco De Luca, responsabile della didattica AIS Campania. E allora perché non andare alla riscoperta della Strada del Franciacorta anche dal punto di vista turistico ? Si tratta di un percorso di 80 km tra il lago d’Iseo e la città d’arte di Brescia, che ha lo scopo di promuovere e sviluppare le potenzialità del settore, legate al turismo enogastronomico.
L’Associazione è nata nel 2000 per scoprire più da vicino le svariate opportunità che questa terra, da sempre vocata alla viticoltura, può offrire dalla sinergia tra operatori privati (aziende vitivinicole, produttori di prodotti tipici e artigiani, alberghi, dimore storiche, ville in affitto, ristoranti, trattorie, osterie, wine bar, aziende agrituristiche, bed & breakfast, campeggi, enoteche, agenzie viaggi e tour operator, campi da golf, maneggi, guide escursionistiche, noleggio biciclette, auto e bus) ed enti pubblici e privati (Comuni, associazioni per la promozione del territorio).
Le cantine della Franciacorta, aperte ai turisti anche durante i weekend, sono collocate lungo il percorso come vere e proprie cattedrali della tecnologia enologica. Al loro interno punti vendita dove sono proposti direttamente i prodotti e dove si possono conoscere i “segreti” del Franciacorta grazie a visite e degustazioni guidate.
Harry di Prisco