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Benvenuti a Taro de Tahìche, alla Fondazione César Manrique, luogo magico che lui da solo merita un viaggio a Lanzarote; atelier-casa-museo di questa personalità lungimirante e poliedrica, pittore, scultore, architetto, paesaggista, urbanista, restauratore, anima guida e valorizzatore di tutta l'isola. Stupore e incantamento accompagnano il visitatore durante tutto il percorso, dall'ingresso all'uscita, a partire da tutte quelle "gerie", muretti di pietra semicircolare per proteggere le piante dal vento e tipiche di tutta l'isola accanto al parcheggio delle macchine.
Su terreni lavici risalenti alle eruzioni del periodo 1730-36 sorge questa residenza costruita nel 1968 da Manrique tornato dal soggiorno a New York e deciso a stabilirsi definitivamente sulla sua isola natale; abitata dall'artista fino al 1988, il complesso viene poi donato all'omonima Fondazione creata con un gruppo di amici nel 1882 e inaugurata ufficialmente 10 anni dopo. La Fondazione privata e senza fini di lucro è un centro aperto di studio e dibattito che persegue l'obbiettivo di contribuire a incentivare e diffondere l'attività artistica, ambientale e culturale nonché promuovere conservazione e creazione di spazi architettonici inseriti nella natura.
L'edificio, costruito su 5 bolle vulcaniche naturali di grandi proporzioni si articola su due livelli, 1800 metri quadri di superficie abitabile cui si aggiungono i vani dove in passato alloggiava il personale, terrazze e giardini. Il piano superiore è ideato secondo i canoni dell'architettura tradizionale di Lanzarote integrati con elementi costitutivi di concezione moderna (ampie vetrate, vaste sale) un tempo vani abitativi e ora adibiti a esposizione museale; il livello sotterraneo è ricavato nelle cinque bolle vulcaniche collegate da César Manrique tramite stretti corridoi scavati nel basalto della colata lavica. Bar e boutique risultano dalla trasformazione del'ex-garage.
Esterni ed interni, l'albero che esce dalla bolla vulcanica-stanza soggiorno e la lava che entra dalla finestra, le fantasie incontrollabili della natura e quelle costruite dalla sapiente mano dell'uomo si fondono totalmente in un connubio magico ARTE-NATURA / NATURA- ARTE esemplificazione del pensiero estetico dell'artista e della sua originale proposta d'integrazione dei vari elementi.
Il suo obbiettivo è un'idea di arte totale, in cui pittura, scultura, murales e architettura vengono inseriti in spazi selezionati della natura, al cui carattere si adattano grazie all'intervento dell'artista. Vedremo altri realizzazioni sulla sua isola e a Fuerteventura, oltre i confini dell'arcipelago delle Canarie Manrique lavorerà in Spagna. Sostanzialmente si tratta di interventi di opere pubbliche-belvedere, giardini, ripristino di spazi degradati, lavori di ristrutturazione del litorale-in cui al pari dei progetti di Lanzarote viene proposto un dialogo rispettoso con la natura e in cui si coniugano i valori architettonici della tradizione locale con soluzioni e tecniche moderne.Si considera molto fortunato César Manrique per essere nato in un'isola "insolita" dove ha potuto contemplare con grande attenzione ogni pietra, ogni torrente di lava, il disegno pieno di sentimento dei numerosi vulcani, il talento della natura ..."Tutta la mia pittura è vulcanologia e geologia..." dirà l'artista nato ad Arrecife, formatosi all'Accademia di Belle Arti di Madrid, vissuto in varie capitali fra cui Parigi e New York e ritornato infine nella sua Lanzarote dove è stato infaticabile promotore di uno sviluppo sostenibile e eco-compatibile dell'isola. Imboccata la strada dell'arte non figurativa, influenzato fra altri da Fautrier e Dubuffet, a diretto contatto con l'espressionismo astratto di Rothko e Pollock e il pop di Warhol e Rauschenberg durante il soggiorno americano i suoi quadri abbandonano ogni illusione di realtà e frutto della sua vocazione astratta indagano le qualità del colore e della materia fino a farne i protagonisti indiscussi delle sue composizioni.
Quale esposizione temporanea alla Fondazione si tiene in questo momento la mostra "El taller de los suenos" , l'officina dei sogni, occasioni per conoscere gli spazi intimi del lavoro di César Manrique (1919-1992), gli spazi ricchi di oggetti personali, attrezzi del mestiere, barattoli di pittura, pennelli, carte, stoffe dove prendevano vita le sue idee plastiche. Curiosa come sono mi è piaciuto leggere una sua agenda personale, il 18 di non so quale mese e quale anno era a Cuzco e poi il 19 si è messo in viaggio per Venezia. Gira per il Canal Grande, alloggia al Danieli, il 20 visiterà la Biennale di Architettura Islamica, proprio una vita dedicata all'arte e alla bellezza.
César Manrique, pastor de vientos y volcanes, lo chiama il grande poeta Rafael Alberti nella bellissima poesia che gli dedica durante il suo soggiorno a Taro de Tahiche nel 1979. " Torno a incontrare il mio azzurro, il mio azzurro e il vento, il mio splendore, la luce indistruttibile, che ho sempre sognato per la mia vita. Qui stanno i miei suoni, le mie musiche lasciate, le mie prime parole bagnate dalla spuma.....
Taro de Tahiche, il lavoro di César Manrique, la Fondazione, l'antracite del basalto, il verde intenso delle piante, il bianco lucido della lava rivisitata, la luce e il vento che accompagnano sempre, la cornice delle montagne, spunti di riflessione, emozioni preziose suscitate da tanta bellezza.
L'autoritratto che César Manrique propone di se stesso nel 1970
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