Magazine Racconti

A che serve?

Da Flavialtomonte

 

Non è detto che debba scrivere sempre, ma destino vuole che in questi giorni io abbia qualcosa da dire, il ché non mi dispiace affatto. Perché a voi sì?

Ieri ho finalmente sintonizzato MTV anche nel televisore della mia stanza, così non mi perdo l’appuntamento del martedì sera. Il televisore o la televisione? Ah questo non l’ho ancora capito. Va be, tagliamo la testa al toro: la televisora. Un po’ di giustizia ci vuole: il lettore cd, il videoregistratore, il computer, il giradischi, l’ipod e al di là del mix ottocento-duemila, è evidente che gli ideatori della tecnologia son tutti maschilisti. Tutti tranne la madre: la tecnologia!

Non sopporto i bracciali.
L’ho scoperto solo adesso in una maniera piuttosto bizzarra. Dal mio diciottesimo non ho più comprato bracciali. Forse ne ho ricevuto troppi. All’inizio ne indossavo, a turno, al giorno, uno diverso. Anche due in una volta come consiglia la moda contemporanea, ma si sa, la moda ha sempre seguito me, e così ho iniziato a ripudiare i bracciali. Prima quelli simbolici che vendono alle bancarelle, regali di amiche, stretti al polso, umidicci d’inverno, secchi d’estate, ma anche al contrario, e di cui non te ne potrai mai liberare se non quando il destino deciderà di esprimerti quel desiderio che nel frattempo avrai già dimenticato.
Bracciali inutili e costrittivi che dovrai trovare il modo di nascondere negli eventi importanti, come compleanni, matrimoni, etc.. etc..

I comuni bracciali, i così detti “pendagli” perché provvisti di ciondoli talvolta accompagnati da rumori insopportabili, ecco, quei bracciali lì sono vere e proprie catene. Li indossi, ed esci, facendo attenzione a: non rigare la macchina, non uccidere qualcuno mentre gli stringi la mano, non conficcare i ciondoli nello stomaco di un passante, non farti male per sbaglio, non romperlo tentativo incondizionato molto possibile.

I comunissimi bracciali invece, i così detti “braccialetti” perché più piccoli, più sottili, più indifesi, graziosi, leggeri, delicati, eleganti, gioiellini, patatini e carini, beh, quelli che se li metti o non li metti fa lo stesso che tanto “chi te li vede?”, quelli hanno grosse possibilità non solo di rompersi ma anche di perdersi. Sono così silenziosi che sembra di non averceli addosso, che alla fine ci dormi sopra.

Eppure io, in entrambi i casi mi sento incatenata. Per non parlare dei laccetti in caucciù che hanno grosse possibilità di salvarsi d’inverno, un po’ meno d’estate perché accelerano la sensazione di catena e umido.
Però i bracciali hanno il loro fascino, dentro al porta-gioia. Che poi, perché si chiamano bracciali e invece stanno attorno al polso?


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