Cosa pensereste se a dirigere il traffico ci fosse un cuoco, se a un presentatore di talk-show fosse chiesta la progettazione ingegneristica di un ponte o se sul lettino del chirurgo ci operasse un elettricista? Presumibilmente, preferiremmo avere una persona adeguata per competenza e professionalità all’incarico in oggetto.
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Evidentemente, purtroppo, tale questione non risulta sufficientemente chiara a quanti diffondono teorie psicologiche senza adeguata preparazione e, soprattutto, con consistenti filtri ideologici e pregiudizi. A parlare di scienza, cioè, dovrebbero parlare gli scienziati, gli addetti al mestiere o persone adeguatamente preparate.
Nel campo delle tematiche LGBT, purtroppo, la farina proveniente da attendibili fonti e studi di settore, viene arbitrariamente miscelata a luoghi comuni, analfabetismo culturale, ignoranza e oscurantismo religioso. Ed è quindi presto fatto: in molti articoli è sformato un pane di indigesta fattura, purtroppo quotidianamente, destinato a persone affamate di cultura che, invece, ottengono disinformazione, con conseguenti ricadute di natura psicopatologica come l’omofobia interiorizzata.
In numerosi siti di “difesa della religione cattolica”, sono propugnate teorie psicologiche antiquate, contestate o moralmente discutibili, senza peraltro informare il lettore o il credente sulla chiara inattendibilità del documento offerto. E’ il caso, ad esempio, del sito di “Alleanza Cattolica“, dove è rimasto pubblicato un dettagliato articolo del compianto Bruto Maria Bruti sull’omosessualità, delineando ipotesi di origine biologica e psicologica attualmente non considerate valide.
Le antiquate teorie sulla sessualità e, quindi, sulle omosessualità, possono essere oggi di interesse storico e valere, quindi, come testimonianza di un passaggio culturale e antropologico vistoso, dove l’uomo ha smesso di condannare e disprezzare le innumerevoli manifestazioni della sessualità umana ed ha iniziato, piuttosto, ad osservarle e ad accoglierle in se stesse, in quanto naturali.
Per “darci oggi il nostro pane quotidiano“, allora, senza però camuffarci da evangelizzatori, vorremmo ribadire quanto oggi esprime la comunità scientifica nel suo insieme, e cioé che:
1) La sessualità umana è un campo umbratile (il “dark continent” di Freud) ancora sconosciuto, pieno di sfumature e complesso. Non è possibile racchiudere la complessità del desiderio amoroso strettamente nella forma dicotomica etero-omosessuale.
2) L’omosessualità è una espressione naturale e sana di tale complessità.
3) Ciò che rende perverso lo scenario sessuale è la mancanza di consenso tra adulti, la sopraffazione di una persona sull’altra e la mancanza di riconoscimento dei bisogni dell’altro: ad esempio, il coinvolgimento di un minore o di una persona mentalmente disturbata.
E’ sconfortante leggere le tante notizie dal mondo e dall’Italia sulla mancanza di riconoscimenti civili dei diritti LGBT e sulle ingiustizie cui devono sottostare molte persone, per il solo fatto di voler essere se stesse senza fare alcun male agli altri. Per questo, ci sembra doveroso da parte nostra ribadire instancabilmente la posizione della scienza, laddove o non è ascoltata o non è neppure conosciuta.
Infine, ci auguriamo che tutti gli psicologi e psicoterapeuti prendano consapevolezza del loro dovere etico di aggiornarsi su queste tematiche, per contribuire ad un cambiamento di pensiero collettivo che riconosca ed accolga le differenze di orientamento.
A cura delle dott.sse Ilaria Peter e Paola Biondi