Come si diceva ieri, gli anni ’80 al femminile furono l’epoca delle maggiorate, delle tette misura extra large, e della nascita di quel modello che avrebbe portato, col tempo, al completo sdoganamento della chirurgia plastica come metodo alternativo alla psicanalisi nella risoluzione delle insicurezze delle donne.
Ma anche gli uomini, in quel decennio, ebbero i loro grattacapi, e queste due foto di Marco Pasquinucci, regista nonché protagonista maschile di “Tutto Matto”, ce lo mostrano chiaramente.
Innanzitutto bisogna ricordare che, per fare il paio con le pupe tutte curve, l’archetipo virile si orientò verso il body builder debordante tipo Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger, fenomeni cinematografici che riempierono le palestre di ragionierini sfigati atteggiati a nuovi Rambo di periferia.
Ma, soprattutto, la maggior parte dei maschi dovette fare i conti con impalcature ben più difficili da erigere di quelle muscolari, vale a dire con le improbabili pettinature a sei piani di cui era obbligatorio far sfoggio.
La grande mania per i capelli a spazzola, cementati di gel e sparati a raggiera verso l’alto, costrinse signori di ogni età a dover affrontare il dramma di una seconda parte del corpo da far drizzare ad ogni costo.
Per non parlare delle cotonature e delle phonature alla Pierre Cosso o alla Rick Astley, vero must per tutti i fashion-addict dell’epoca e causa di tragiche depressioni in tutti quegli aspiranti Tom Cruise che, ahiloro!, già a vent’anni soffrivano di calvizie incipiente.
Per fortuna, nel 1981, dagli schermi delle televisioni private, una specie di salvatore moderno arrivò in soccorso a quell’esercito di pelati in crisi.
«Salve… Sono Cesare Ragazzi. Ho fatto il bagno, e adesso mi asciugo i capelli. Beh.. che c’è di strano? E’ che io sono calvo! Ma sì.. calvo! Ma con in testa un’idea meravigliosa! Il sistema brevettato CNC. Un parrucchino? MAI! Mi vergognerei!»
In cinquantasette secondi di spot, Cesare Ragazzi, imprenditore che aveva deciso di trasformarsi in testimonial di sé stesso, cadeva in mare al grido di «Un’avventura straordinaria può succedere anche a te!», e veniva immediatamente baciato da una sirena con chioma fluente e petto scoperto.
Divenne un vero e proprio tormentone, e donò una seconda, cotonatissima vita a migliaia di calvi di ogni età, raggiungendo una popolarità da rockstar.
Poco conta se poi, col passare degli anni, prese piede lo stile Bruce Willis spostando i grossi fatturati dal business tricologico a quello delle macchinette per la rasatura dei capelli.
Negli anni ’80, la lotta della virilità si combatteva a colpi di spazzola.
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