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A come "alba"...La scuola delle cose

Creato il 08 settembre 2010 da Pinomario
Cercando un’altra scuola… E antiche maestre…. E lezioni nella universale “lingua materna”. Può capitare di incontrare, semplicemente, “le cose”... e la “lezione delle cose”! Le cose come antiche maestre! Per reinventare l’antico alfabeto e reimparare le storie dal vecchio sillabario! O meglio potrebbe accadere, se sapessimo ancora riconoscere la lingua “materna” come un bambino e avessimo lo sguardo degli innamorati o dei poeti!  Comprendere la lezione delle cose non richiede competenze speciali, così come non occorrono abilità speciali a un innamorato o a un lattante. Basta desiderare, guardare,ascoltare, toccare. Quella delle cose è veramente una scuola per tutti,senza differenze. Non ci sono "asini" in questa scuola, non ci sono voti o pagelle. Non ci sono livelli o gradi, né percorsi obbligati o programmi. Non ci sono precondizioni o obiettivi, definiti e rigidi, da raggiungere. È una scuola in cui, come scrive Morin, non c’è nessuna “cosa” che non abbia qualcosa da dire o da offrire. Non ci sono argomenti “colti” o “popolari”. “Il volo della rondine, il saltellare di un passero, il balzo del giaguaro o la luce di uno sguardo”, sono altrettante pagine che consentono un apprendimento indefinito e sempre nuovo, se ci abituiamo a nonfissare il senso solo in ciò che il mondo ci offre qui e ora e a non nascondere l’enigma, il mistero, di fronte al quale siamo, e rimarremo, sempre. Ma questo lo “sanno” bene i bambini o gli innamorati! E tuttavia questa scuola e queste lezioni sono anche, purtroppo, come la luce, che è la condizione del nostro vedere ma che nessuno nota, o come l’aria che ci consente di respirare e di esistere, ma che nessuno mette tra le prime cose importanti della vita! E allora proviamo a sfogliare quel sillabario per riappropriarci della capacità originaria di imparare! Proviamo ad ascoltare quella lezione delle cose così facile da apprendere perché, come diceva Baudelaire, dalle cose le parole escono spontaneamente, anche se a volte confuse in quelle “foreste di simboli”, che tuttavia continuamente ci “lanciano occhiate familiari”! Seguiamo l’ordine del nostro alfabeto italiano. Cominciamo, per ora, ad ascoltare la lezione dell’”ALBA”Chi ha ancora il tempo di imparare ad ascoltare la lezione dell’alba? Chi ha ancora il tempo o la voglia di osservare, ascoltare e “leggere” l’alba? È vero che si tratta di una esperienza che è lì solo per un attimo e poi ti sfugge, non ti aspetta. Se vuoi osservarla (e già in questo c’è una “lezione” da imparare) devi essere “vigile”, devi “puntarla” quasi, ed essere tu ad attenderla con pazienza, nella “penombra necessaria” (M. Zambrano), senza farti prendere dal sonno o dalla stanchezza. Quasi come un cacciatore fa con la sua preda, o un amante con l’amata!Ma se fossimo capaci di ascoltare, con attenzione, quella lezione, allora potremmo imparare come sentirsi liberare,finalmente, dal buio, talora opprimente, della notte. Impareremmo   l’attesa confidente di un nuovo inizio. Diventeremmo consapevoli che è sempre possibile riprendere a  "creare" e “inventare”, finalmente, un nuovo giorno. L’alba infatti è sempre lì con la sua lezione ad affermare una speranza che rinasce sempre, nonostante tutto.  L’alba, l’apparire del primo chiarore, insegnerebbe anche a capire qualcosa sulla bellezza, perché la bellezza ha sempre, anche, a che vedere con la luce, con qualcosa di luminoso e di radioso come un bel volto. E la luce è, per noi umani, ciò che si attende sempre, nonostante tutto, come si attende la luce di un sorriso sul volto di chi si ama, dopo una "tempesta" nel rapporto....Infine, non ultimo, la maestra “alba”, con il suo imperituro ritornare, sempre lo stesso, come i giorni,  consegnerebbe agli scolari attenti, anche l’esperienza, paradossale per noi umani, dell’eternità come dimensione nobile dell’effimero! L’eterno nel frammento!


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