L’ansia è uno stato psichico , prevalentemente cosciente, di un individuo caratterizzato da una sensazione di paura, più o meno intensa e duratura, che può essere connessa o meno ad uno stimolo specifico immediatamente individuabile (interno o esterno) ovvero dunque una mancata risposta di adattamento dell’organismo ad una qualunque determinata e soggettiva fonte di stress per l’individuo stesso.( Wikipedia)
Non credo di essere stata sempre ansiosa, o forse lo ero, ma in maniera latente.
I primi veri attacchi d’ansia li ho avuti durante la seconda gravidanza per poi trasformarsi in un mio modo di rapportarmi al mondo: ansia per il futuro, per la gita di mio figlio, a volte per il silenzio della notte o quello di quando rientro a casa la mattina e sono tutti fuori, ansia per un previsto terremoto qui al sud nei prossimi mesi.
In certi frangenti è invalidante, altre volte posso tenerla a bada.
Si trasforma a volte, un pensiero ansiogeno, in chiodo fisso, impedendomi di vivere con serenità il mio tempo.
Si dice che bisogna trasformare un pensiero negativo, ansiogeno, in un pensiero positivo, ma è difficilissimo, perché quel pensiero sembra come un’onda nera che mi travolge, impedendomi di vedere la luce.