A Cremona gli ippopotami son le tigri

Creato il 16 novembre 2013 da Rightrugby
Autumn Internationals: Italy 37-31 Fiji @ Stadio Zini, Cremona

Io sto con gli ippopotami. L'Italia avrà pure vinto, si dovrebbe festeggiare l’evento e i 100 caps di Parisse e Castrogiovanni, insomma ci si dovrebbe fermare e godersi questo attimo di felicità, e invece il sentimento che si percepisce è il sollievo. Come essere disteso a letto e potersi rialzare dopo aver tenuto sullo stomaco un cinghiale, o peggio un ippopotamo, per 80 minuti effettivi. Il peggio è che, alla fine, ce la siamo voluta noi questa ugly win. L’organizzazione della nostra squadra è stata evidentemente superiore, soprattutto in mischia, ma la – a tratti rozza - fisicità delle Fiji fin da subito ha reso le cose difficili. E dire che hanno fatto di tutto per metterci la strada in discesa, ben prima dell’impressionante serie di gialli che ha ridotto la squadra (mica tanto!) pacifica addirittura in 11/12: l’ordinato attacco dei bisontini italiani ha creato subito qualche problema ai fijiani, nel primo tempo. 
Si inizia la partita e si cerca di trovare un pretesto per dare l’applauso vero a Parisse e il suo 100° match azzurro: lo si trova dopo pochi secondi, quando i fijiani raccolgono il drop d’inizio azzurro e si lanciano verso la meta, con il mediano fermato con un placcaggio decisivo in touche dal capitano. La manovra è buona, ma il ritmo di Gori non è altissimo, inoltre al 3’ perde un pallone ai 22 dopo una bella azione azzurra. Poco dopo Orquera porta sul 3 a 0 il risultato su punizione assegnata per un placcaggio in ritardo. Morisi, su un altro placcaggio, resta a terra e deve abbandonare poco dopo: in serata giunge la comunicazione che è stato operato, con l'asportazione della milza, a seguito del trauma. La prima mischia azzurra viene punita per introduzione storta, poi su una bella azione, un riciclo sbagliato di Orquera mette la palla in mano ai fijiani che concretizzano con una meta dell'estremo Talebulamaijaina. Al 9', siamo 3 a 5. 
Continuano le imprecisioni di Gori, che perde la palla in raccolta vicino ai 22 figiani. Al 14' gli azzurri vanno in meta con Parisse ma l’azione è viziata da un assist in avanti di Orquera: il TMO annulla. Al 20’ il primo giallo per l'open side figiano Qera, poco dopo Castro da touche figiana sbagliata non tiene il pallone in mano quando avrebbe un’autostrada davanti – non vogliamo essere maliziosi citando le parole del tecnico francese, perché Castro non le merita. 
In rapida successione altri due gialli per le Fiji, per il centro Tikoirotuma e il N. 8 Matadigo. Incapaci di segnare su azione gli azzurri scelgono di piazzare: è 6 a 5 al 27’. Al 28’ addirittura c’è la quarta espulsione temporanea, ma i fijiani sembrano – sottolineo sembrano – eroi, e al largo 15 contro 11 non si passa. E allora ben venga il carrettino che porta in meta Parisse al 30’. Orquera trasforma e siamo 13 a 5. Con un’azione continuata al 34’ arriva in meta McLean (Little Luciano trasforma). I fijiani tengono e si va al riposo sul 20 a 5. 
Nel secondo tempo rientrano le squadre con due cambi: Botes entra per Gori, mentre l’ex petrarchino Sisa va a 8 nelle Fiji. Al 44’ Orquera porta il punteggio sul 23 a 5 su punizione, dopo un fallo su Rizzo in mischia. Al 49’, con tutti gli effettivi in campo, Fiji sfonda e porta il punteggio sul 23 a 10. Quando al 55' l’Italia trova la meta tecnica in mischia, dopo una bella azione di Campagnaro e fallo su Canale lanciato verso la meta, sembra fatta. 
Invece col 30 a 10, in una partita giocata davvero con poca esperienza, gestiamo il risultato ancora peggio: al 60’, con in campo mezza mischia nuova (Vosawai, Aguero, Giazzon e Cittadini), l’ippopotamo n°12 Nadolo semina tutti, e trova la meta che vale il 30 a 17. Vittorio Munari in telecronaca dice che ci sarebbero voluti un fucile da orsi e qualche trappola disseminata in giro, probabilmente è vero. La mischia italiana, se non altro in fase statica, è sempre superiore, fortunatamente. Al 68’ si fa ammonire Sisa e il figiano d’Italia Vosawai marca la meta sul “solito” giochetto di prestigio di Parisse, che parte dalla mischia e con un sottomano libera il flanker verso la meta. 
Il 37 a 17 è merito di Allan, che trasforma la meta. Ma gli ultimi dieci minuti sembrano quelli di un film ad alta tensione: al 72', in inferiorità numerica, Nalaga trova la meta del 37 a 24. Al 73' il nostro capitano pensa bene di metter fuori la gambetta recidiva e commettere fallo, beccandosi un giallo. Al 76' è meta figiana. Si arriva alla fine sotto il break (37 a 31), e con tanta paura la mischia risolve le cose fino a che Allan non la butta in tribuna. 
Il Man of the match Alessandro Zanni dice che bisogna lavorare sulla difesa, che bisognava amministrare meglio il vantaggio. Io dico che bisogna anche cercare di segnare con le condizioni favorevoli, e stavolta ce le abbiamo davvero avute. 
Vogliamo dire anche qualcosa sui Pacifici? Questi hanno individualità, peso, velocità, con un tecnico “europeo” (ma va bene anche Mallett) che li inquadra nella disciplina questi ci fanno lessi facilmente. Ci teniamo la vittoria, ma Asterix deve trovare la ricetta della pozione prima che gli avversari scoprano che la nostra è solo acqua e zucchero. 
@talinotalepe

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