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A Dance with Dragons: primo sguardo al romanzo di George R.R. Martin

Creato il 04 agosto 2011 da Martinaframmartino

A Dance with Dragons: primo sguardo al romanzo di George R.R. Martin

The night was rank with the smell of man.”

Non è ancora la lunga notte, ma ci stiamo muovendo in quella direzione a grandi passi. L’inverno sta arrivando e sarà molto lungo, 959 pagine più l’appendice con l’indice dei nomi, edizione inglese della HarperCollins. E quella che ho trascritto qui sopra non è altro che la frase iniziale di A Dance with Dragons di Gorge R.R. Martin, ricevuto e iniziato a leggere ieri mattina.

È ancora troppo presto per parlare della trama, perciò per ora mi limiterò a parlare di quel mattoncino di carta dal lieve peso di 860 grammi che ho ricevuto ieri.

Stavo uscendo per andare al lavoro quando la mia portinaia mi ha fermata per dirmi di aver ricevuto una scatola per me, poi mi ha chiesto se doveva tenermela lei e darmela più tardi. Le dimensioni della scatola non erano proprio ridotte, 20 centimetri per 30, per 10 di altezza, quindi non esattamente da borsetta. Considerando però gli orari di apertura della portineria – e i miei del lavoro – più tardi sarebbe significato stamattina, ma io potevo fare allo zio George il torto di lasciarlo richiuso in una scatola per tutta la notte? Nooo, così ho lasciato alla signora il compito di custodirmi la bici per un minuto, e ho iniziato a scassinare la scatola mentre salivo le scale. Arrivata in casa ho tolto dalla borsetta il libro che c’era dentro – e per fortuna mi sembra pure un buon libro, figuriamoci se ne avessi una brutta impressione – ho tolto la sovraccoperta ad A Dance with Dragons per non rovinarla, infilato l’ultima fatica di Martin in borsa e poi sono uscita.

Il libro l’ho iniziato in pausa pranzo.

Della trama parlerò più avanti, quando lo avrò terminato. Per ora faccio qualche commento basato su un rapido sguardo, con lievi spoiler di Dance (come i vari punti di vista) e spoiler pesantissimi dei volumi precedenti. Chi non ha letto A Feast for Crows (Il dominio della regina e L’ombra della profezia) farebbe bene a non andare avanti.

Il libro è bello. L’illustrazione di copertina era già visibile su internet da vari mesi, quindi la conosciamo. Lo scudo con il drago scolpito sopra è semplicemente meraviglioso, e ora che ho il libro in mano so che scudi e scritte non sono semplicemente stampati ma anche lievemente in rilievo. Sono dettagli che rendono la copertina più bella ma anche più costosa, e che gli editori fanno solo per libri in cui credono. Beh, l’abbiamo visto, A Dance with Dragons è il libro che nel 2011 ha venduto di più in un solo giorno, quindi è senza dubbio un’opera di successo.

È possibile vedere alcune pagine del romanzo sul sito Amazon.com, basta cliccare sulla copertina che si trova a questo link:

http://www.amazon.com/Dance-Dragons-Song-Fire-ebook/dp/B003YL4LYI/ref=pd_ts_zgc_b_25_1?ie=UTF8&s=books&pf_rd_p=400513501&pf_rd_s=right-3&pf_rd_t=101&pf_rd_i=25&pf_rd_m=ATVPDKIKX0DER&pf_rd_r=0NSBYAKFTJX38881VQ7G#reader_0553801473

Io, come già detto, ho l’edizione inglese, quindi alcuni dettagli marginali sono diversi. C’è la lista coi i titoli delle altre opere, promemoria di alcune opere (non tradotte in italiano) che ancora devo leggere, e poi c’è il frontespizio. Nella mia versione le decorazioni geometriche si trovano in verticale, sui lati lunghi della pagina, nella versione americana sono invece sui lati corti e si intravede anche che il disegno, stampato con un colore molto chiaro, ricopre tutta la pagina come se fosse un ricamo. È un dettaglio che mi fa venire in mente gli antichi manoscritti miniati, e che parla della cura e dell’amore per questo volume.

Seguono le note relative al copyright, mentre internet non riporta la pagina con la dedica, che si chiude con “for my readers in (…) all the distants lands

where you’ve been waiting for this dance

and for all the friend and fans

I have yet to meet

thanks for your patience

A Dance with Dragons: primo sguardo al romanzo di George R.R. Martin
Insomma, ci ringrazia per la pazienza nell’attendere il suo romanzo e lo dedica a tutti coloro che hanno aspettato per compiere questa danza, anche gli amici che non ha ancora incontrato. Fra l’altro poche righe più su ha citato “the fabulous fans of Italy who gave me so much wine”. Era l’autunno del 2005, proprio in quei giorni A Feast for Crows stava giungendo nelle librerie e Martin era venuto in Italia per il Lucca Comics & Games. Il vino lo abbiamo regalato al termine di una bellissima cena. Memorabile fra l’altro il momento in cui uno degli utenti della Barriera (www.labarriera.net) è andato da lui per risolvere una lunga controversia tenutasi sul forum. Alla domanda se Ser Loras sia gay George si è alzato in piedi, ha atteso il silenzio e poi ha detto: “A questa domanda posso rispondere con una sola parola. Sì”. Ovviamente siamo scoppiati tutti a ridere.

Ci sarà ancora la possibilità di rivederlo in Italia? Vedremo, anche perché le località che vorrebbero ospitarlo sono tante, ma Martin si diverte davvero ad andare alle convention e a incontrare i fan, perciò magari in futuro tornerà da noi.

La pagina successiva è dedicata alla cronologia. Per chi leggerà in futuro la saga non ci saranno problemi, ma noi abbiamo aspettato per sei anni, e il tempo è trascorso. La nostra vita è cambiata. Io ero una sposina, solo un mese e mezzo di matrimonio all’epoca di Feast, ora ho due bimbe di quattro anni e mezzo e due, e un marito amante di Dostoevskij che sta leggendo Il grande inverno, dopo aver iniziato Il trono di spade solo perché piace tanto a sua moglie, e ha scoperto che gli piace. Nei Sette regni invece il tempo non è passato, e così vedremo Jon salutare Sam non più dal punto di vista di Sam ma di quello di Jon stesso, e sapremo ben prima del Lord comandante dei Guardiani della Notte come si evolverà quel viaggio. Tyrion, dal canto suo, è appena partito per la sua difficile fuga, ed è pieno di rimorsi. Ha fatto bene a fare ciò che ha fatto, scoprire che alla fin fine Tywin Lannister non caca oro è stato uno dei momenti più esaltanti dell’intera saga, ma per lui la cosa è un pochetto sconvolgente.

E così Martin ricorda che in gran parte Feast e Dance sono paralleli, e la loro separazione non è temporale ma geografica. Almeno fino a un certo punto, perché poi gli avvenimenti di tutti i personaggi iniziano ad andare avanti di pari passo, e tornano per esempio punti di vista come quelli di Jaime e Cersei.

Quindi ci sono le cartine. Anche se i Sette Regni sono ben noti mi spiace che non ci siano le loro mappe. Ci sono invece quelle delle terre oltre la Barriera e di Valyria, riprodotte su internet, e quella delle Città Libere che invece è assente nell’anteprima di Amazon.

Io ho passato un po’ di tempo a studiarmele per capire dove esattamente si trovassero le Città Libere rispetto a Valyria. La risposta alla fine me la sono data da sola, ma questa mappa può aiutare: le Città Libere stanno a nord, Valyria a sud ed entrambe le terre si trovano a est rispetto ai Sette Regni.

A Dance with Dragons: primo sguardo al romanzo di George R.R. Martin

I Sette Regni, le Città Libere e Valyria

Dopo di che ci sono alcune pagine, ma incredibilmente le pagine 3, che comprendono la prima riga di questo brano, e 4, non ci sono, e si inizia da pagina 5, quindi a metà di una frase. Si prosegue non solo fino a fine prologo, ma anche dopo, con parte del primo capitolo di Tyrion (mancano le pagina 22 e 27), poi con Daenerys e cosi via. Boh…

Il prologo si svolge oltre la Barriera, e non è la prima volta. A Game of Thrones, e di conseguenza Il trono di spade, inizia oltre la Barriera, e fin da subito vediamo gli Estranei, anche se con tutti gli intrighi che ci sono ad Approdo del re per qualche tempo c’è il rischio di dimenticarli, cosa che sarebbe un gravissimo errore.

A Clash of Kings e Il regno dei lupi ci presentano Mastro Cressen a Roccia del drago, con per la prima volta un personaggio punto di vista ucciso da Martin nel momento stesso in cui ce lo fa conoscere. Carino da parte sua, anche se George ha sempre affermato che perché la storia sia realistica i personaggi, su entrambi i fronti, devono morire. Sono spesso in pericolo mortale, e a volte non riescono a venirne fuori. Anche nella vita reale a volte la gente muore.

Con A Storm of Swords e Tempesta di spade tornavamo oltre la Barriera, in una di quelle scene che sempre più ricordano che l’inverno sta arrivando.

A Feast for Crows e Il dominio della regina ignoravano quasi totalmente il Nord, e il prologo era ambientato molto più a sud, a Vecchia Città, dove ha sede Casa Hightower. Ora siamo di nuovo a nord.

I punti di vista sono tanti. Elencarli, e darne la successione, in sé è già uno spoiler. Se non altro si sa chi vive – o chi sopravvive per un altro capitolo – e chi forse muore. In Il grande inverno a un certo punto scompare il personaggio di Eddard Stark, fino a quel momento il più presente. La cosa è già di per sé un campanello d’allarme.

Comunque a parte il prologo e l’epilogo ci sono 71 capitoli. La maggior parte portano il nome di un personaggio, alcune volte lo celano sotto una definizione. L’abitudine di nascondere alcuni nomi era già nata con A Feast For Crows, qui Martin procede nel voler giocare con il lettore. Forse alcuni nomi a un primo impatto ci direbbero ben poco, forse sono i personaggi stessi a scegliersi un soprannome perché devono in qualche modo mascherare la loro identità, come avviene con Alayne e la Gatta dei canali.

Questi sono i capitoli con un nome in ordine di apparizione:

Tyrion, 11 capitoli;

Daenerys, 11 capitoli;

Jon, 13 capitoli;

Bran, 3 capitoli;

Davos, 4 capitoli;

Reek, 3 capitoli;

Melisandre, 1 capitolo;

Jaime, 1 capitolo;

Theon, 1 capitolo;

Cersei, 2 capitoli;

Victarion, 1 capitolo.

In più ci sono i punti di vista non ben definiti:

The merchant’s man;

The lost Lord;

The Windblown;

The Wayward Bride;

The Prince of Winterfell;

The Watcher;

The Turncloak;

The king’s prize;

The blind girl (qualcuno ha dei dubbi su chi possa essere? Anche perché sappiamo che compare nel romanzo);

A ghost in Winterfell;

The queensguard;

The iron suitor;

The discarded knight;

The spurned suitor;

The griffin reborn;

The sacrifice;

The ugly little girl;

The kingbtreaker;

The dragontamer;

The Queen’s hand.

Tyrion, Daenerys e Jon, assenti nel volume precedente, occupano gran parte di questo. Torna anche Bran, di cui avevamo perso le tracce all’inizio del Portale delle tenebre, e Theon, giù punto di vista solo in A Clash of Kings. Diventano punti di vista personaggi già noti come Reek, Melisandre e Victarion, sperando che uno di loro possa non sopravvivere al romanzo. E poi ci sono gli altri. Arya, ovviamente, non Sansa, per ammissione dello stesso Martin (e spero che quest’ultima crescendo sia capace di scorgere determinati serpenti nascosti e trattarli come meritano), e Ser Barristan Selmy. Almeno un punto di vista è legato a Dorne, e da lì parte certamente una trama importante. Qualcosa so, qualcosa sospetto, quindi taccio.

L’ultima parte del volume, una cinquantina di pagine, è dedicata all’indice dei nomi, ed è bello vedere sopra il nome di ogni Casa un disegno schematico in bianco e nero che richiama la loro impresa araldica. Dettagli che, ovviamente, in italiano non vedremo.

La prima parte di Dance arriverà nella nostra lingua in autunno, probabilmente nel mese di ottobre, e dovrebbe intitolarsi La danza dei draghi. Sempre che in casa editrice non cambino idea, cosa già avvenuta più volte in passato. Intanto io torno da Tyrion, impegnato nel suo lungo viaggio. Ho già freddo.



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